giovedì, Marzo 28, 2024
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“Ho fatto io la foto più famosa di Falcone e Borsellino”.

Mancavano 57 giorni a Capaci, a quel terribile appuntamento sull’autostrada, a quel terribile pomeriggio di primavera, ma nessuno poteva saperlo. Nemmeno lui che l’ha scattata, Tony Gentile, il famoso fotoreporter palermitano che ha colto l’attimo, anzi l’ha immortalato per i posteri, per la futura memoria di quanti, non essendo ancora nati, l’avrebbero poi vista e amata, e assunta come immagine “viva” di due che non sarebbero mai morti nel  cuore di chi li ha amati ed apprezzati. Nessuno poteva immaginare che quella foto sarebbe diventata l’icona più famosa dei due magistrati palermitani simbolo della lotta a cosa nostra. Venticinque anni sono già passati e la foto, quella foto, non sbiadisce, anzi alimenta la memoria e la cristallizza. La foto di cui stiamo parlando è quella che ritrae Giovanni Falcone e Paolo Borsellino mentre, in un raro momento di relax, sono sorridenti e quasi complici diremmo, due uomini che nella vita hanno condiviso molto, quasi tutto, a cominciare dal quartiere della Kalsa in cui sono nati e cresciuti fino alla professione, all’impegno contro la mafia e perfino le modalità terribili della morte. La foto è’ stata scattata il 27 marzo del 1992. Falcone e Borsellino si incontrano al palazzo Trinacria di Palermo. Sono stati invitati da Giuseppe Ajala, altro magistrato impegnato sul fronte antimafia, che presenta la sua candidatura alle politiche e concorre infatti per il Partito Repubblicano. La città è in gran fermento. Mani pulite è iniziata da un mese e tutto pare diverso o comunque possibile.  C’è anche lui, il grande fotografo palermitano Tony Gentile, giovane reporter del Giornale di Sicilia e guarda  i due magistrati mentre parlano e si scambiano battute, fino a quel momento famoso in cui il sorriso compare sui loro volti. Quella foto non ha un successo immediato, anzi subito nemmeno gliela pubblicano al giornale e deve aspettare la strage di Capaci per diventare quella che è, quello che rappresenta, un simbolo, una speranza, l’icona immortale che tutti conosciamo. Entrambi sorridono, sono ancora vivi, sembrano trionfare sulla morte che li ha portati via troppo presto, sembrano farsi anzi beffe di quegli assassini che hanno organizzato tutto, pianificato la loro orribile morte. E’ questa la sua vera forza, la continuità deflagrante delle idee che non finiscono con la morte di chi le ha pensate e professate. Una curiosità inquietante: dallo scatto della foto alla strage di via Capaci passarono 57 giorni e altri 57 da quel 23 maggio al successivo 19 luglio, giorno in cui morì anche Borsellino, saltato in aria in via D’Amelio, un pomeriggio afoso di una lunga, assurda, estate italiana. Quel numero 57che torna, come una cabala, come un segno del destino. E noi lo interpretiamo come un monito a reagire, a non arrenderci. Abbiamo chiesto a Tony Gentile come si fa a fare una foto immortale come questa: “Non c’è una regola che vale sempre. Se sto andando a fotografare Papa Francesco che incontra Obama, so che si tratta di un momento storico e anche se ho in mente la foto che voglio, devo andarmela a cercare in quei 30 secondi che sto davanti a loro, in una situazione di grande stress e velocità. So soltanto che devo colpire nel segno, cogliere l’attimo. A volte però capita che la grande bella foto mi capiti per caso senza averla cercata per motivi contingenti. E’  possibile fare foto che entreranno poi nella storia anche senza rendersene subito conto. Non c’è una regola. Sono molto fatalista_prosegue gentile_ è meglio trovarsi comunque nei posti giusti e non stare a casa, devi inseguire le storie che ti piacciono e trovarsi al momento giusto nel posto giusto. Intuizione si ma anche capacità di vedere ciò che agli altri sfugge. Le cose più belle accadono senza premeditazione. Ho fatto foto che sono entrate nella Storia. Ai mondiali ho fotografato Suarez che dà un morso sulla spalla a Chiellini. E’ l’unica foto, non ce ne sono altre e ha fatto il giro del mondo.

 

Non è possibile distrarsi, non c’è un trucco. Vede chi sa vedere però perché a volte, le cose accadono sotto i nostri occhi e se non sappiamo vederle, non ne coglieremo mai l’importanza e il significato”.

Certo, come dargli torto, il Caso o la Fortuna giocano un ruolo importante ma occorre essere pronti anche ad aiutarli. Tony Gentile e Salvatore Cusimano, direttore di Rai Sicilia, hanno presentato insieme due opere straordinarie, emozionanti, commoventi, all’interno della rassegna letterari a 38° parallelo, una itinerante manifestazione letteraria organizzata da Giuseppe Prode.

Tony Gentile

Alle cantine Florio di Marsala, dinnanzi ad un pubblico attento, Gentile ha presentato il suo libro “ Guerra” piena di immagini che ritraggono una Palermo surreale e potentissima, dove bellezza, dolore, miseria  e speranza si alternano in un gioco armonioso e sincretico, mentre Cusimano ha presentato il documentario sul venticinquesimo anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio, 50  minuti di silenzio e rabbia per non scordare la nostra Storia.

 

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