giovedì, Marzo 28, 2024
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Ad Erice, in preghiera per il creato. Dopo i roghi, il vescovo invita a reagire

Mentre divampa l’ennesimo incendio sulla montagna, domani sera la Diocesi invita i fedeli a partecipare ad un momento di preghiera e di lode al creato all’aperto, al momento del tramonto (intorno alle 20.30) davanti al Quartiere Spagnolo ad Erice. L’ennesima ferita alla bellezza di Erice, dove domattina si apre un convegno di formazione degli insegnanti di religione, ha spinto gli organizzatori a rispondere con la forza disarmata della preghiera e della contemplazione perché diventi assunzione di responsabilità per la cura della casa comune.  

Domani, al termine dei lavori che si tengono presso la Chiesa di San Giovanni, (ore 19.30) i partecipanti si sposteranno sulle mura puniche per un percorso tra natura, arte, bellezza e fede attraverso le chiese di Sant’Orsola e di Sant’Antonio, riaperta recentemente.

Quindi, dopo le 20, nell’area davanti il quartiere spagnolo una preghiera corale, di lode alla creazione  aspettando il tramonto davanti allo scorcio che si apre su Monte Cofano.

“Puntualmente, ogni anno, all’inizio dell’estate, ci troviamo quasi totalmente paralizzati di fronte alla selvaggia aggressione del fuoco nei confronti di quel creato di cui siamo fieri e grati e che costituisce una delle forze più attrattive del nostro territorio – afferma il vescovo Pietro Maria Fragnelli – Come reagire a questa paralisi? A chi tocca prende decisioni di  lungo periodo in campo culturale e organizzativo fino a perseguire seriamente esecutori e mandanti? Sul piano educativo e spirituale avvertiamo la nostra fragilità ma anche tutta la determinazione non solo nel condannare alla disapprovazione radicale e assoluta delle gente ma anche nella metodica, lungimirante, formazione delle coscienze e in generale delle nuove generazioni – continua il vescovo di Trapani – Con Papa Francesco vogliamo continuare il nostro Laudato sì con coraggio, riaprendo le pagine della Bibbia sulla vocazione della donna e dell’uomo ad essere custodi – e non padroni – del creato; coltivatori – e non violentatori – del giardino del creato”.

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