Nella mattinata di oggi, il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, ha sequestrato a Partinico una villa con piscina, area SPA e boschetto privato, per un valore di circa 4 milioni di euro a Benedetto Valenza, noto imprenditore edile, già coinvolto in diversi processi di mafia.
Benedetto Valenza è figlio di Salvatore e nipote di Erasmo, esponenti di vertice della famiglia mafiosa di Borgetto, nonché vittime di lupara bianca, il 21 aprile del 1983, in quanto “uomini d’onore” legati al gruppo del noto boss Gaetano BADALAMENTI.
Fin dagli anni 90, Valenza era considerato l’imprenditore di riferimento, per la produzione di calcestruzzi, delle famiglie mafiose dei Vitale dei Brusca, riuscendo così a raggiungere una posizione di monopolio grazie alla protezione di “cosa nostra”.
Nonostante il suo impero aziendale fosse stato smantellato nel luglio 2001, Valenza era riuscito comunque a reinserirsi nel settore della produzione e fornitura di calcestruzzo e conglomerati bituminosi, intestando beni e società a vari prestanome, gestendo così, 5 impianti di calcestruzzo ed una società di trasporto merci tra le province di Palermo e Trapani.
Nel 2007 e nel 2009 è stato arrestato per il reato di intestazione fittizia di beni. Dopo un nuovo arresto sempre per il medesimo reato nel 2014, le Fiamme Gialle di Palermo hanno eseguito un sequestro di beni del valore complessivo di circa 4 milioni e mezzo di euro.
Tra questi non era però compresa una sfarzosa villa di circa 500 metri quadri con vasto parco pari a 5.000 mq, dotata di ogni comfort, in quanto realizzata su un terreno ereditato dal Valenza prima della sua scalata imprenditoriale.
Tuttavia, alcune recenti indagini, svolte attraverso l’analisi dei rilievi aerofotogrammetrici dal 1994 ai giorni nostri, hanno permesso di scoprire che la costruzione della villa è avvenuta tra il 1994 ed il 1998, anni in cui Valenza già viveva in pieno la propria illecita espansione imprenditoriale.
Alla luce della evidente sproporzione fra redditi dichiarati e beni posseduti, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo ha ritenuto che l’abitazione e le sue pertinenze sono state costruite con denaro proveniente da affari illeciti e ne ha disposto quindi il sequestro.