mercoledì, Aprile 24, 2024
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Cartellone spettacoli a Marsala Uno nessuno e centomila… euro

Finalmente ci siamo. Questa è la cifra che l’amministrazione comunale di Marsala intende spendere per finanziare il progetto teatrale proposto dal nuovo direttore artistico, l’eclettico Moni Ovadia che insieme a Mario Incudine si è impegnato a stilare il nuovo cartellone della stagione nei due teatri della città, l’Impero e il Sollima.
C’è bisogno di cultura. Di risorgere. Questo vorremmo e di questo tutti avremmo bisogno per continuare a sperare, per lasciarci alle spalle un recente passato fatto di rinunce, privazioni, attese spesso tradite. Perché la crisi ha morso. E non ha risparmiato nessuno. E ci hanno raccontato che non c’era dinero, che tutto era bloccato, sospeso, fumoso. Che il tempo delle vacche grasse era lontano, che semmai potevamo spolparci le carcasse delle vacche magre, di mondare e rimondare le ossa asciugate delle stesse vacche morte per la fame e per gli stenti.
E ora scrivere “centomila euro”, nero su bianco, fa tremare le vene dei polsi. È una cifra che spaventa, che indigna o che dà coraggio? Cosa suscita sapere che si sta mettendo in piedi un colosso tanto ambizioso quanto incredibilmente sublime? Di cosa sia foriero tutto questo nessuno lo sa. Moni è un grande. Lo stesso, Incudine. È gente dello spettacolo che si muove ben in tutti gli ambienti, gente abituata ad alzare il telefono e a chiamare pezzi grossi del mondo dello spettacolo senza passare dall’ agente e dall’ agenzia. E hanno promesso di farlo. Anzi già lo hanno fatto. Hanno già i nomi degli attori e degli spettacoli. E per questo hanno già chiesto al pubblico di abbonarsi per la modica cifra di 150 euro a tutti i dieci spettacoli. La cultura va sostenuta. Il teatro soprattutto. E in modo particolare il neonato Teatro stabile diffuso. Tre parole che sembrano un ossimoro, una contraddizione bella e finita. Stabile e diffuso. Come può qualcosa di stabile appunto essere diffuso, spalmato, itinerante addirittura? È questo il bello del progetto, la chiave di volta di tutto. La spiegazione è semplice.
Fare rete. Dobbiamo fare rete. _ questo è lo slogan che ho sentito nei luminosi pomeriggi in cui al Sollima ha assistito alla presentazione di Ovadia come direttore artistico e alla performance istrionica di Sebastiano Lo Monaco, l ‘attore di Floridia che è venuto a presentare “il berretto a sonagli” che aprirà il prossimo 19 Dicembre la stagione all’ Impero. (Tutto torna vedete? Pirandello docet). E allora scrivere e leggere “centomila” fa ben sperare. Dobbiamo tornare a credere in un futuro migliore del presente, di accantonare il passato, di pensarlo ormai come un tempo da cui prendere le distanze speranzosi. Il domani dunque è già qui. È nella rinascita culturale di una città che sembra sopita, che ha scordato (in realtà ricorda benissimo) i suoi splendori, i suoi concerti, le sue stagioni teatrali ricche.
Allora dobbiamo dunque fare rete. Dodici teatri devono consorziarsi, unirsi e sostenersi per mettere in circolo gli spettacoli che le amministrazioni comunali finanzieranno divenendo così esse stesse i produttori degli spettacoli che faranno il giro delle dodici città aderenti al progetto di teatro stabile diffuso. In tal modo potranno accedere ai finanziamenti statali del ministero della cultura e a quelli che la stessa comunità europea ha stanziato per progetti simili. Allo stato attuale hanno già aderito solo in cinque città. Ne mancano altre sette dunque perché il miracolo si compia, perché il progetto si realizzi.
Mon(e)i, Mon(e)i, Mon(e)i.
Questo motivetto mi rimbomba imperioso da stamattina nella testa. C’è bisogno di Moni e di Monei. Per fare. Dis-fare. Af-fare.

Tiziana Sferruggia

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