domenica, Dicembre 8, 2024
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Trapani. Dossier della Fit Cisl sul sistema trasporti: “Fermo agli anni ‘70”

Strade, autostrade, ferrovie, porto ed aeroporto ma anche sistema dei rifiuti. E’ un quadro a tutto tondo quello affrontato, nei giorni scorsi, dalla Federazione Trasporti e Ambiente della Cisl di Trapani. In occasione di un’assemblea congressuale, nel corso della quale è stata eletta la nuova responsabile di categoria,  Rosanna Grimaudo, è stato fatto il punto sul sistema delle infrastrutture in provincia di Trapani.

“Il sistema – ha dichiarato Grimaudo – è fermo agli anni ’70, non ha più avuto né integrazione né manutenzione straordinaria e quindi destinato al lento decadimento. La provincia di Trapani si raggiunge essenzialmente su gomma, quindi in pullman o con auto. Serve una reale programmazione degli interventi principali per ammodernare le infrastrutture e rilanciarle”.

La Fit Cisl ha elaborato un dossier,  a partire dalla linea ferrata: la provincia di Trapani è attraversata essenzialmente da 2 linee , (Palermo – Trapani via Castelvetrano 194.17 km e Palermo – Trapani via Milo Calatafimi 125.17 km tutti non elettrificate). “Ma la Palermo – Trapani via Milo è tra l’atro interrotta da oltre 4 anni tra Alcamo e Trapani, da anni proponiamo un collegamento diretto con fermata tecnica ad Alcamo percorribile in 1 ora e 40 che con interventi di manutenzione straordinaria potrebbe ulteriormente abbassarsi. La riqualifica della tratta è nel programma di investimenti di RFI ma ancora in fase di progetto preliminare”.  “Per lo sviluppo turistico– ha dichairato Amedeo Benigno segretario generale Fit Cisl Sicilia  – è necessario il ripristino della linea  Palermo – Trapani via Milo interrotta, con elettrificazione della stessa anche e soprattutto per la creazione di un collegamento tra gli aeroporti di Punta Raisi e Birgi, dove la linea ferrata arriva  a poco meno di 1,5 km dall’aeroporto. Con l’ammodernamento attualmente in corso della linea tra Palermo e Punta Raisi, la stazione di Piraineto potrebbe diventare un importante snodo di collegamento e arrivo per tutta la Sicilia Occidentale. Rendendo più moderno ed efficiente il servizio ferroviario, lo stesso integrerebbe la mobilità di trasporto su gomma effettuato da alcune linee private e dall’Ast. Occorre creare un sistema sinergico e non per forza concorrenziale”. “davvero pesante da tollerare sia da parte  sia della  politica regionale sia quella locale, bisogna reagire e subito perché il rilancio delle città passa attraverso il funzionamento e potenziamento delle infrastrutture”.

Sul fronte delle strade, denuncia la Fit : i due assi autostradali A29 Palermo Mazara e A 29 direzione Trapani – Alcamo e la diramazione per l’aeroporto di Birgi che arriva quasi a Marsala, realizzate negli anni ’70, risultano insufficienti per capacità e necessitano di una manutenzione straordinaria per garantirne l’ efficienza. “Purtroppo la politica infrastrutturale – ha aggiunto Benigno – ha negli ultimi anni privilegiato solo la costruzione di nuove opere lasciando al decadimento in termini di qualità e sicurezza importanti arterie. E nonostante il cambio di rotta dell’Anas la maggior parte degli investimenti è previsto sulla Palermo-Catania mentre le due direttrici per Trapani non hanno investimenti di rilievo previsti, a parte nella galleria Segesta in corso di esecuzione”.

Strategico per il futuro del territorio è l’aeroporto di Birgi “enti locali e associazioni industriali e commerciali devono impegnarsi in nuovi investimenti sia per i collegamenti che per il mantenimento dei traffici, come la partnership con Ryanair – ha aggiunto il responsabile di Presidio Trapani Fit Cisl, Grimaudo  – , più  volte sul punto di saltare in questo ultimo anno per il mancato rispetto dell’accordo di co-marketing da parte dei comuni. Appare però oramai necessario che i due aeroporti di Palermo e Trapani avviino una collaborazione fino alla creazione di un unico polo aeroportuale della Sicilia occidentale, ma questo può avvenire solo con un attraversamento ferroviario veloce frequente e stabile tra i due scali”.  Sul porto di Trapani “a pagare la riduzione delle tratte sia passeggeri sia merci, nel tempo, sono stati i lavoratori: oltre il 40% circa degli operatori portuali ha fatto uso di cassa integrazione e mobilità negli ultimi anni” ha commentato Grimaudo. “Siamo fortemente convinti delle potenzialità del porto non solo come punto di partenza dei prodotti locali (marmo ed altro) o di arrivo, ma anche come nodo possibile di interscambi. Lo scalo ha grandi potenzialità ma servono gli investimenti per realizzare subito il dragaggio dei fondali e il completamento dei lavori della banchina Ronciglio, il loro finanziamento porterebbe un immediato effetto sull’occupazione ,oltre a rendere efficiente l’infrastruttura” ha concluso Grimaudo.

Si è parlato anche della vertenza rifiuti.  “Per la Srr Trapani Nord stiamo chiedendo degli incontri–hanno dichiarato i sindacalisti- in vista della nuova gara di appalto per avere garanzie sul futuro occupazionale degli oltre 500 lavoratori che gravitano nel settore. Per quanto riguarda il Comune di Trapani che sembrava aver scelto una via autonoma, abbiamo chiesto un nuovo tavolo, purtroppo l’amministrazione non sembra avere una  strategia per i rifiuti e continua con provvedimenti estemporanei, volti solo al contenimento della spesa, mettendo in difficoltà la propria società e creando un clima di incertezza per il futuro di tutto il settore”.

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1 commento

  1. Fermi agli anni ’70??? Ma quale fermi?? Io firmerei per tornarci subito, agli anni ’70. Negli anni ’70 potevi salire su un treno a Mazara e scendere a Roma. Negli anni ’70 c’era il collegamento marittimo tra Mazara e Pantelleria, e non ci voleva una giornata od una nottata di mare per arrivarci ( chissà perché!) solo da Trapani. Negli anni ’70 ( ma ancora fino al primo decennio del 2000 ) si poteva ancora andare da Trapani a Palermo in treno via Milo. Negli anni ’70 passaggi a livello funzionavano, le stazioni pure, con i WC aperti e ad a libera fruizione, e si trovava sempre il bigliettaio, anche nei giorni festivi. Negli anni ’70 c’era ancora la ferrovia che da Castelvetrano portava a Selinunte e Porto Palo. Negli anni ’70 a Mazara la fermata dei bus era in centro, e non in estrema periferia o fuori città e disponevamo pure di una confortevole stazione..Un consiglio: invece di guardare al futuro, cominciamo a guardare a quel che abbiamo perso in passato, e proviamo a recuperarlo.

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