La vicenda ha del paradossale. Il luogo in cui si amministra la giustizia è abusivo ovvero edificato su un terreno che il Comune ha occupato illegittimamente. Illegittima sarebbe anche la demolizione di un fabbricato demolito per consentire i parcheggi adiacenti il tribunale. Tutto inizia nel 2007, quando sindaco di Gela è Rosario Crocetta e la sua giunta individua un’area per edificare il tribunale. Il posto è di proprietà delle famiglie Sciascia e Calafiore. Il terreno viene espropriato e stabilito un indennizzo che non piace alle famiglie, le quali ricorrono al TAR. Il ricorso viene vinto in primo e secondo grado perché le procedure di esproprio fatte dall’amministrazione sarebbero illegittime. Il Consiglio di giustizia amministrativa stabilisce che le famiglie Sciascia e Calafiore debbano ottenere un risarcimento e il commissario nominato a tale scopo, stabilisce 7 milioni di euro come cifra da elargire. Metà della cifra per compensare il valore del terreno e l’altra metà per il danno subito da un’occupazione «illegittima». I privati però chiedono anche la restituzione del terreno e sono tornati i giudici amministrativi per decidere il da farsi. Sono percorribili tre strade: l’accordo, un nuovo esproprio e per ultimo la demolizione del tribunale. Il Comune non ha comunque i soldi per pagare la cifra di un nuovo esproprio. La demolizione ovviamente vuole esser scongiurata. L’immagine della città e della giustizia ne caverebbe danni enormi.