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Trapani, delegazione europea visita hot spot di Milo

Visita istituzionale presso l’hotspot di contrada Milo di una delegazione della Commissione Europea unitamente al Capo Dipartimento delle Libertà Civili e Immigrazione del Ministero dell’Interno, Prefetto Gerarda Pantalone. La delegazione europea era guidata dal Vice Direttore della Direzione Generale Migrazione e Affari Interni, Simon Mordue, responsabile della rotta del Mediterraneo centrale, accompagnato dal Capo Unità, Martin Shieffer e dal rappresentante in Italia della Commissione, Giovanni Cioffi. Ad accoglierli il Prefetto di Trapani, Giuseppe Priolo, e tutti i rappresentanti delle Forze dell’ordine e delle Istituzioni sociali, civili, religiose della Città.

Il Prefetto ha, preliminarmente, evidenziato che la struttura è stata trasformata, nel dicembre 2015, da C.I.E. in hotspot, in soli due giorni, in vista dell’imminente sbarco di  128 migranti. Successivamente, a seguito di miglioramenti ed adeguamenti strutturali, lo stesso, con una capienza di 400 persone, ha funzionato ininterrottamente ospitando, dalla data di sua attivazione sino al 31 dicembre 2016, 21.314 migranti, mentre, dal 1° gennaio del corrente anno ne sono già transitati 3.543.

Il Prefetto ha, altresì, sottolineato l’efficace sinergia istituzionale che sottende all’articolato dispositivo destinato all’assistenza dei migranti, cui fa da cornice una Comunità che ha dimostrato la sua vocazione all’ospitalità. A tale riguardo ha, in particolare, evidenziato come la complessiva presenza di migranti nella provincia, tra Centri di Accoglienza Straordinari, Centri SPRAR e Comunità alloggio per minori, si attesti su una cifra superiore a 3000 unità che, in relazione alla popolazione residente, esprime un rapporto tra i più alti a livello nazionale. Tutto ciò dimostra che il sistema italiano, nella sua complessità, se correttamente coordinato, ha grande efficacia e potenzialità operative.

Il Capo Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione, Prefetto Pantalone ha espresso il proprio apprezzamento per la realtà trapanese, non solo come luogo di arrivo dei migranti, ma anche di accoglienza degli stessi nei centri presenti nell’intera provincia, con una disponibilità complessiva di posti che supera i parametri percentuali fissati nel Piano Nazionale di ripartizione rispetto alla popolazione residente. In relazione a ciò, ha rivolto al Sindaco di Trapani un particolare ringraziamento, da estendere a tutti i Sindaci della provincia, sottolineando a tale proposito l’importanza di una piena condivisione delle strategie di accoglienza con le comunità ed i territori interessati. Ha, inoltre, indicato nell’hotspot trapanese un esempio di riuscita sinergia tra tutti gli attori, istituzionali e non, impegnati nelle procedure operative, ormai standardizzate per tutti i luoghi di sbarco italiani.

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Il Capo Dipartimento ha infine evidenziato come il complessivo sistema italiano di assistenza ed accoglienza dei migranti sia volto a conciliare l’esigenza di sicurezza del territorio con l’assoluto rispetto della dignità umana.

Ciò peraltro in assoluta coerenza con i principi che sottendono al recente intervento normativo in materia di immigrazione. Il recente D.L. n.13/2017 (convertito con la L. n.46 del 13/4/2017) promosso dal Ministro dell’Interno, Minniti, ha, tra le altre previsioni, fornito fondamento normativo all’istituzione degli hotspot conformemente al quadro normativo europeo, e ha disciplinato espressamente le operazioni di identificazione, fotosegnalamento e informazione sulle procedure di protezione internazionale, sul programma di ricollocazione in altri Stati membri e sulla possibilità di ricorso al rimpatrio volontario assistito.

Il Capo della delegazione europea, Vicedirettore della Direzione Generale Migrazione e Affari Interni, Simon Mordue, ha riconosciuto nel modello trapanese uno degli esempi migliori sia di gestione degli sbarchi, con un hotspot ben strutturato, sia di accoglienza dei migranti ed ha inoltre annunciato che, nel prossimo mese di settembre, la Commissione Europea ha in programma la pubblicazione di un dossier, in cui tale modello sarà indicato come best practice.

Successivamente la delegazione ed il Capo Dipartimento hanno visitato l’intera struttura, e sono state illustrate le modalità di svolgimento delle procedure di pre- identificazione e di fotosegnalamento, nonché tutta la conseguente attività (medica, assistenziale etc…) collegata alla permanenza dei migranti presso quel centro in attesa del trasferimento verso altre Regioni italiane.

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