venerdì, Aprile 19, 2024
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Obbligo di dimora per D’Alì. DDA: «È socialmente pericoloso». Lui replica: «Persecuzione giudiziaria»

Bufera nella campagna elettorale a 25 giorni dalla data delle elezioni.  La Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha chiesto il soggiorno obbligato nel Comune di residenza per il senatore di Forza Italia Antonio D’Alì, candidato a sindaco di Trapani.  Il provvedimento è stato notificato ai difensori del senatore forzista, gli avvocati Gino Bosco, Stefano Pellegrino e Arianna Rallo, e sarà discusso nel corso di un’udienza davanti al Tribunale di Trapani che si terrà a luglio. L’atto è stato consegnato ieri pomeriggio, qualche ora dopo la chiusura delle liste per le elezioni di Trapani. D’Alì questa mattina  è volato a Roma per confrontarsi con il commissario regionale di Forza Italia Gianfranco Micciché e con i vertici del partito. Probabilmente vedrà anche Silvio Berlusconi. Intanto oggi sono stati sospesi tutti gli appuntamenti elettorali in programma nel capoluogo. Dal suo entourage è comunque trapelata la notizia che il senatore non avrebbe intenzione di ritirare la candidatura.

D’Alì, nel settembre scorso, era stato assolto in appello dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per la contestazione di fatti avvenuti dopo il 1994. Per gli anni precedenti, invece, i reati riconosciuti sono caduti in prescrizione. Come avvenuto già in altre circostanze, la Procura ha scelto di avvalersi degli indizi carico dell’imputato per sostenere la sua pericolosità sociale, chiedendo il soggiorno obbligato a Trapani.

Di seguito il comunicato stampa del senatore forzista

La persecuzione giudiziaria continua! Due volte assolto e nuovamente aggredito! Ieri, dopo appena un’ora dalla chiusura della presentazione della mia candidatura e delle liste per l’elezione a Sindaco di Trapani, con tempistica cadenzata in maniera da precludere ogni alternativa, ho ricevuto una assolutamente imprevedibile ed ingiusta proposta di misura di prevenzione per obbligo di soggiorno nel comune di residenza da discutere nel prossimo mese di luglio. Al di là degli aspetti e degli esiti giudiziari, per me certi nella riaffermazione della mia colpita dignità, ma purtroppo anche nella lungaggine di un già patito calvario, il messaggio è inequivocabile: al di fuori del percorso elettorale democratico qualcuno vuole e può far sì che io non possa impegnarmi come Sindaco nel far diventare Trapani la città civile ed all’avanguardia per la quale ho sempre disperatamente lottato. Quella Trapani del futuro già entrata nei sogni dei Trapanesi appena pochi giorni dopo l’inizio della mia campagna elettorale. Il continuo attacco alla mia dignità dovrebbe allarmare tutti, solo chi ha interesse a non vedere e capire può non chiamarlo una persecuzione che non trova la fine neppure dopo le sentenze di assoluzione. Persecutori e detrattori di un innocente da un lato, avversari senza speranza e adusi alle vie traverse dall’altro, ansiosi del potere in questa mortificata città potranno forse gioirne, e, se mai dovessero averne il consenso, si accomodino pure. Sento il dovere in questo momento di sospendere ogni mia personale attività di campagna elettorale,  torno amareggiato a Roma per onorare come di consueto il mandato parlamentare, poiché ritengo che, pure essendo stato assolto da ogni accusa anche in appello, non potrei condurre le opportune iniziative con questo carico di infamia scaricatomi addosso! Già, io sarei “socialmente pericoloso”! Per mia sventura io sono solamente “politicamente da abbattere”! Lascio ogni valutazione alla capacità di giudizio e di reazione dei Trapanesi, affido il prestigioso bagaglio di idee e di entusiasmo nelle mani del mio partito e di tutti i candidati del mio saldo schieramento  e nel cuore delle donne, degli uomini e dei giovani che si sono già con me ufficialmente dichiarati, persone tutte di grandi e indiscutibili qualità morali ed intellettive, che meritano di poter godere del consenso elettorale dei cittadini trapanesi”.

Antonio D’Alì

 

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