venerdì, Aprile 19, 2024
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Scioglimento comune di Castelvetrano, Bindi: «un caso su cui riflettere»

Ancora non sono state rese note le motivazioni che hanno indotto il ministro degli Interni Marco Minniti a sciogliere per mafia il comune di Castelvetrano e annullare così, a 5 giorni dal voto, le elezioni amministrative posticipando di diciotto mesi il ricorso alle urne. Le motivazioni saranno diffuse dalla Presidenza della Repubblica. Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, ha sottolineato che non c’erano le condizioni per una “sana” elezione. Uno dei quattro candidati a sindaco, Maurizio Abate (gli altri erano Gianni Pompeo, Erina Vivona e Luciano Perricone, ndr), sottolinea la Bindi, in una delle sue dichiarazioni alla stampa, avrebbe negato l’esistenza della mafia, e inveito contro Giuseppe Cimarosa, figlio del defunto Domenico, cugino di Matteo Messina Denaro, invitandolo a prendere le distanze dalle dichiarazione del padre pentito di mafia che avrebbe gettato discredito sulla famiglia e come se non bastasse, ha elogiato la criminalità organizzata della quale ha condiviso le ragioni della devianza. Abate ha subito una condanna in primo grado per violenza privata ed è tuttora sotto processo per furto aggravato. Un suo fratello, ha scontato vent’anni per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti. La Bindi ha parlato anche di Pompeo, che nel corso dell'”Operazione Golem II” era stato citato da un mafioso intercettato in auto con la moglie che “lasciava intendere – a detta della stessa – l’esistenza di passati rapporti fra lui (Pompeo) e i vertici mafiosi di cosa nostra castelvetranese”. Nella stessa conversazione, il mafioso avrebbe asserito che Pompeo (allora sindaco nel maggio del 2008) e Vaccarino (ex sindaco) avrebbero fatto una brutta fine. Pompeo aveva auspicato pubblicamente che il capomafia castelvetranese si costituisse e l’altro (Vaccarino) per aver collaborato coi servizi segreti per catturarlo.Entrambi, secondo il  mafioso sarebbero stati “morti che camminano”. La dichiarazione di Rosy Bindi ha stupito Gianni Pompeo che non è mai stato indagato per questo e che ha dichiarato “chiedo e chiederò conto, in ogni sede lecita, di tale esternazione posto che non solo la mia coscienza di uomo è limpida, ma trovo agghiacciante il modo in cui, con superficialità e senza alcun riferimento esatto, io debba vedermi in pasto di certa stampa perché qualcuno avrebbe detto su di me qualcosa, senza alcun riscontro – deduco – poiché nessuna contestazione mi è mai stata mossa, ma anzi solidarietà per la minaccia in quell’intercettazione di dominio pubblico, da me subita”. Per finire, La Bindi si è riferita anche a Felice Errante il quale “ aveva avuto parole di rimprovero nei confronti di chi aveva in qualche modo segnalato la presenza mafiosa nella comunità di Castelvetrano, i rapporti tra mafia e massoneria, e non erano invece stati richiamati all’ordine coloro che in qualche modo esprimevano una sorta di solidarietà nei confronti di Matteo Messina Denaro e di tutto l’entourage di Matteo Messina Denaro che veniva assicurato alla giustizia”. Aspettiamo tutti che vengano rese note le motivazioni dello scioglimento, in attesa di questo, si possono solo fare deduzioni.

 

 

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