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Trapani, l’ex consigliere Salone indagato per truffa

Avrebbe documentato un fittizio rapporto di lavoro con un ristorante di San Vito lo Capo al fine di maturare rimborsi illeciti dal Comune di Trapani in virtù dell’art. 20, comma 5 L.R. 30/2000. Con questo capo di accusa, la Procura di Trapani ha condotto un’indagine nei confronti dell’ex consigliere comunale Francesco Salone, classe 1983, eletto nel 2012 nella lista del PDL, con 789 preferenze. A Salone è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari e contestuale informazione di garanzia. L’accusa nei suoi confronti è di truffa ai danni del Comune di Trapani.  Le indagini si riferiscono al periodo che va da novembre 2012 a giugno 2014.

La vicenda dei rimborsi era finita, più di tre anni fa, sulle cronache di alcuni giornali e televisioni locali ma poi non se ne era più parlato. Il Comune di Trapani indennizzava  quattro  aziende private dove lavoravano altrettanti consiglieri, assunti, come prevede la norma, prima dell’elezione. Il rimborso rappresenta una sorta di “risarcimento danni” alle ditte che non possono usufruire del lavoro degli impiegati, in quanto eletti al consiglio comunale, a causa di una serie di impegni istituzionali (es. presiedere alle riunioni del consiglio e delle commissioni, effettuare sopralluoghi,…ecc). Salone è stato tra coloro i quali hanno usufruito di quella legge, seppur per un periodo determinato di tempo, prima di lasciare il lavoro. Oggi è lui stesso ad annunciare che, per quella vicenda, è finito sotto indagine.

“Nelle scorse settimane – si legge in una nota inviata dall’ex consigliere – ho ricevuto un avviso della conclusione delle indagini preliminari e contestuale informazione di garanzia. La Procura della Repubblica di Trapani mi ha indagato per il reato di truffa ai danni del Comune di Trapani, ritenendo illeciti i rimborsi che l’ente ha erogato al mio datore di lavoro. Si tratta- precisa- di un rapporto di lavoro che con ho instaurato ed esaurito con una impresa di San Vito Lo Capo nel corso del mio incarico politico, dal novembre 2012 al giugno del 2014″.

Salone, nella nota, spiega il lavoro svolto per quell’azienda: “Nello specifico mi sono occupato di un progetto di marketing e di fattibilità per l’avvio di un’attività turistica a San Vito Lo Capo.  L’indagine prende le mosse da un esposto anonimo nei confronti miei e di altri consiglieri comunali”.

“Dopo attenta riflessione- continua Salone- ho deciso di darne comunicazione pubblica: in primo luogo per un fatto di lealtà nei confronti dei tanti elettori che mi hanno espresso la loro fiducia, da ultimo alle recenti elezioni amministrative, in secondo luogo perché la notizia non venga in futuro utilizzata strumentalmente contro di me”. Ed ancora: “Sono certo che se dovessi essere rinviato a giudizio, quando accadrà e se accadrà, potrò dimostrare, documenti alla mano, che le accuse nei miei confronti non sono fondate e la piena regolarità del rapporto di lavoro, chiuso per l’esaurimento del progetto che mi fu affidato”. “Auspico- conclude- che la Magistratura esamini con attenzione la mia posizione e quella di altri consiglieri comunali, alcuni dei quali dipendenti, guarda caso, di parenti diretti quali mariti, mogli o madri. Taluni assunti strumentalmente il giorno successivo alla loro elezione  e licenziati, guarda caso, l’ultimo giorno da consigliere comunale”

 

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