venerdì, Aprile 26, 2024
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Trapani, si è insediato il Procuratore Morvillo

Passaggio di consegne questa mattina in Procura tra il “reggente” Ambrogio Cartosio, che va  a Termini Imerese, e Alfredo Morvillo, che lascia proprio Termini Imerese per giungere nel capoluogo. La cerimonia si è svolta nell’aula intitolata a Giovanni Falcone, alla presenza del Presidente del Tribunale Andrea Genna. Il nuovo procuratore è fratello di Francesca Morvillo, morta assieme al marito Giovanni Falcone nella strage di Capaci. Entrato in magistratura nel 78, è stato pretore a Corleone fino al 1981, poi gli incarichi a Palermo dove è rimasto fino al ’96, prima come gip poi come presidente di sezione. Nel ’91, da sostituto procuratore a Palermo, è stato pm nel processo contro l’ex numero 2 del Sisde, Bruno Contrada. Nel 2000 è divenuto procuratore aggiunto fino ad approdare a capo della procura di Termini Imerese nel 2009.

Cartosio, subentrato a Marcello Viola, ha retto la Procura di Trapani per un anno portando avanti varie inchieste tra cui quelle sulle Ong che ha portato nei giorni scorsi al sequestro della nave Iuventa dell’organizzazione tedesca Jugend Rettet. «In questi anni – ha detto Cartosio nel suo messaggio di commiato – abbiamo conseguito degli ottimi risultati ma abbiamo anche vissuto difficoltà notevoli, come quelle incontrate nella delicata inchiesta sulle Ong. Da magistrati, purtroppo non è facile prendere certe decisioni che spesso confliggono con il nostro sentire personale ma siamo  chiamati a distinguere sempre tra il rispetto delle leggi e i fenomeni umani». E sempre parlando di immigrazione, l’ex procuratore ha voluto elogiare Trapani. «Ci siamo confrontati – ha detto Cartosio – con il problema dell’immigrazione. Devo ammettere che Trapani si è dimostrata una città accogliente che ha dimostrato di avere un livello di civiltà superiore rispetto ad altre realtà dove la presenza dei migranti provoca proteste». Della stessa idea, il nuovo procuratore. Anche Morvillo ha speso qualche parola sull’inchiesta dei rapporti tra Ong e trafficanti. «Il nostro perimetro – ha affermato Morvillo – è segnato dall’ipotesi di reato. Se c’è, si deve indagare. Ipotizzare scenari improbabili con certe esternazioni fornite alla stampa non fa bene a nessuno».

 

 

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