giovedì, Marzo 28, 2024
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Mafia, sequestrati beni a quattro boss palermitani, valgono un milione e mezzo

I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo, sulla base di
provvedimenti emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, al termine di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo, hanno sequestrato beni per un valore complessivo di circa 1.600.000 euro nell’ambito di diverse operazioni, rivolte a elementi di spicco di “cosa nostra” ovvero contigui all’organizzazione. Nel mirino degli investigatori è finito nello specifico Giovanni Bosco, 61 anni, storico boss ex reggente della cosca mafiosa di Boccadifalco-Passo di Rigano, finito in carcere nel 2001 con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. Bosco ha partecipato ad importanti summit con esponenti di spicco dei cosa nostra tra i quali Giulio Caporrimo della famiglia di Tommaso Natale, Cesare Lupo, reggente di Brancaccio, Antonino Sacco, uomo d’onore della famiglia di Ciaculli, Giuseppe Arduino uomo d’onore di Brancaccio, Salvatore Seidita reggente del mandamento della noce,  Gaetano Maranzano uomo d’onore del clan della Noce e Giuseppe Calascibetta uomo d’onore della famiglia di Santa Maria di Gesù e ammazzato il 19 settembre del 2011 a Palermo. Il sequestro di beni riguarda anche Giacomo Vaccaro, 62 anni già in carcere e condannato in via definitiva per essere contigua a Giuseppe Guttadauro,Girolamo Celesia detto Jimmy, 49 anni, boss di Brancaccio e Pietro Mansueto 57 anni, prestanome dei Lo Piccolo. Tra i beni sequestrati dalla Guardia di finanza, un terreno in viale regione siciliana, un deposito di bibite, un villino a Campo Felice di Roccella, un ristorante.

 

 

 

 

 

 

 

 

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