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Elezioni regionali 2017: il quadro politico

Si chiamano preliminari perché preparano, introducono qualcosa di successivo che può essere determinante, di maggiore impegno ed interesse. Nel nostro quotidiano siamo abituati a pensarli negli approcci a due, in un contesto di effusioni e romanticismo o in un’ agguerrita gara sportiva per aggiudicarsi la partita finale che decreterà il vincitore. Ma l’uso di questo termine prende sempre più piede in politica. È qui che converge la sintesi di tutte le altre situazioni in un mix di emozioni, corteggiamenti, competizioni, desideri e conquiste. Per essere concreti è quella fase che noi siciliani abbiamo, a pieno, vissuto da metà estate fino alla fine di agosto, per conoscere i candidati alla presidenza regionale. Un vero godimento quella mischia di nomi con relativi supporter; quei mancati sì che fino alla fine hanno fatto sperare nel rapporto perfetto. Una giostra di parole che hanno fatto credere al più scettico nelle sue doti di veggenza e chissà in quanti hanno vantato l’approfondita conoscenza politica affermando: “lo sapevo che quello non si candidava!”. Il valzer è terminato e pure i preliminari per la scelta dei candidati. Il quadro per le elezioni regionali è quasi terminato, spiccano cinque nomi noti e quattro avventurieri espressione della società civile:

Giancarlo Cancellieri, è il candidato scelto dal movimento 5 stelle via web, attuale deputato regionale è già stato candidato alla presidenza nel 2012, senza raggiugere il traguardo.  Un passato da impiegato in una ditta metalmeccanica nella sua Caltanissetta, oggi è alle prese con una sospensione in merito alle regionarie, contestate da un altro concorrente che ha visto accettato dal Tribunale di Palermo il ricorso presentato.

Fabrizio Micari, è il candidato del Pd, Area popolare, Centristi per la Sicilia, Sicilia Futura, i socialisti, Centro Democratico, il Megafono, metà dei seguaci di Angelino Alfano. È rettore dell’università di Palermo e vanta una carriera da tecnico che non ha mai avuto ruoli attivi in politica.

Claudio Fava, è il candidato di quella parte di centrosinistra che non ha condiviso il progetto Micari. È appoggiato dai bersaniani, Sinistra Italiana, Possibile, Verdi, Prc, Pci. E’ stato deputato alla Camera, alla Regione, al Parlamento Europeo. Perde la candidatura al Senato del 2008, le elezioni europee nel 2009, tenta la candidatura alla Presidenza della Regione nel 2012, ma per un errore burocratico è costretto a ritirarla.

Nello Musumeci, è stato europarlamentare, presidente della provincia di Catania, sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, esponente del centrodestra, ex An, è sostenuto dalla coalizione formata da Fratelli d’Italia, Noi con Salvini, Forza Italia, Udc, Centro Federativo Cristiano Democratico, Cantiere Popolare, Mpa, Nuovo Cdu, Movimento Sicilia Nazione e Idea Sicilia, movimento civico Diventerà Bellissima. Attuale deputato regionale, è già stato candidato a presidente della regione nel 212, sconfitto da Rosario Crocetta.

Vittorio Sgarbi, si candida con il movimento “Rinascimento e Moderati in Rivoluzione”. Le sue velleità politiche sono evidenti dalla sua prima elezione a sindaco di Salemi. Altre candidature non hanno portato gli esiti sperati, riprovandoci nella cittadina trapanese così come a Cefalù. Il critico d’arte non demorde e ci riprova con una corsa in solitario, forte di nomi noti nell’entourage assessoriale.

Fra i protagonisti questa competizione elettorale troviamo anche altri candidati sostenuti dalla società civile, con associazioni e liste civiche: Roberto La Rosa, Franco Busalacchi, Piera Maria Loiacono, Lucia Pinsone.

Gli schieramenti vanno definendosi per una partita che vedrà in campo nomi noti e meno noti, new entry e vecchie guardie, la cui fama tiene testa agli attuali sondaggi. Senza percentuali, però un dato è assolutamente certo: fra i cinque candidati di punta, quattro non riscuotono una particolare simpatia elettorale a guardare l’esito delle precedenti competizioni. Ma bisogna non demordere fino a che la perseveranza non diventa disumana. Il successo di pubblico è altra cosa; e fra i candidati c’è chi potrebbe già aver vinto. Altro test potrebbe riguardare quel tanto famoso cavallo di battaglia politico che vuole i giovani siciliani nella propria regione e scongiurare “la fuga dei cervelli”. La data del voto è il 5 novembre; entro il 6 ottobre vanno presentate le candidature a presidente e le liste, ed è su quelle che oggi si sta lavorando, con in testa la più grande preoccupazione legata alla riduzione degli scranni.

Antonella Lusseri

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