martedì, Aprile 16, 2024
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Nuovo Cinema Paradiso 29 anni dopo, Totò é diventato grande

Ve lo ricordate Totò, il piccolo-grande protagonista del film “Nuovo Cinema Paradiso” vincitore del Premio Oscar con la regia di Giuseppe Tornatore e le musiche di Ennio Morricone? Quel bambino che bucava lo schermo, che ci ha fatto tanto ridere ma anche tanto emozionare per la sua straordinaria interpretazione? Oggi Salvatore Cascio ha 37 anni e fa l’imprenditore. È lontano dal mondo cinematografico e ha scelto di vivere una vita semplice lontano dai riflettori rimanendo nella sua Sicilia. Sono trascorsi 29 anni dal primo ciak girato l’8 maggio 1988.

Giuseppe Tornatore
Salvatore Cascio in braccio a Giuseppe Tornatore, Antonella Attili e Philippe Noiret
Salvatore Cascio e Philippe Noiret in una scena del film

Come è stato scelto da Giuseppe Tornatore tra tanti bambini?
«Le racconto come è successo. Un giorno è venuta nella mia scuola, Piera Tornatore, una delle sorelle del regista e il fotografo di scena. Giuseppe Tornatore aveva dato al fotografo dei requisiti particolari su dei bambini. In pratica doveva fotografare bambini magrolini, scuri, vivaci, tipici siciliani. Tra quelle foto il regista sceglieva i bambini che dalle loro espressioni sembravano più adatti a fare il ruolo del piccolo Totò. Successivamente sono stato chiamato a fare due provini. Nel primo provino mi hanno chiesto: il nome, il cognome, l’età e la scuola che frequentavo. Nel secondo provino invece mi hanno fatto recitare. Da lì sono stato il più fortunato. Mi hanno chiesto se ero mai stato in un Cinema e io gli ho risposto di no. Nel mio paese non c’era il cinema, era un paesino di soli 3 mila abitanti».
Da cosa è rimasto colpito Tornatore?
«Durante i provini il regista mi ha chiesto cosa fosse per me un Cinema e io gli ho risposto che per me il cinema era una grande televisione. Una metafora che mi era venuta in mente in quel momento. Lui rimase molto colpito da questa risposta. Faceva delle domande dirette e particolari. Io ero spontaneo».
Come ha vissuto il periodo delle riprese del film e il successo che ha avuto dopo?
«Quando ero piccolo pesavo 13 chili, ero minuto e amavo solo il pallone. Mio padre faceva il camionista. Ero stato preso da un piccolo paesino e portato in giro per il mondo e non capivo cosa mi stesse succedendo. Durante le riprese Tornatore è stato l’unico che mi ha capito. Un bambino a quell’età può essere capriccioso. Una mina vagante. Tornatore invece mi ha tirato fuori delle qualità che solo lui e mio padre vedevano in me. Io studiavo ogni giorno il copione insieme a mio padre. Il giorno prima dell’ultimo provino a Cefalù avevo la mia prima gita scolastica a Sciacca. Ero in terza elementare. Mio padre non mi ci ha mandato e io ci sono rimasto molto male. A 8 anni non lo capivo. Oggi dico che ha fatto bene. Durante le riprese Tornatore mi sgridava come se fossi un adulto e io ci rimanevo male. Poi però sapeva come prendermi».
Una delle scene più emozionanti del film è quando Alfredo, personaggio interpretato dal grande Philippe Noiret, rimane coinvolto in un incendio all’interno della cabina da dove proiettava le pellicole. È stato complicato girare quella scena?
«In realtà quello nelle scale sono io, ma quello che va nel fuoco è un attore nano che ha fatto la controfigura».

Come mai non ha accettato i consigli di Alfredo che nel film dice a Totò di lasciare la Sicilia e non ritornare più?
«I bambini sono tutti bravi e naturali. Poi si cresce e per fare quello che desideri devi studiare, andare a Roma perché la Sicilia non offre niente, devi fare una scuola di recitazione e di dizione. Fare sacrifici. Io ho fatto altre scelte. Questa esperienza è stata per me una parentesi. Non vivo di rimpianti ma di grande orgoglio. Totò nel film aveva un Alfredo che lo consigliava, io purtroppo nella vita reale non l’ho avuto».
Quanto sono stati pagati i suoi genitori per il film?
«Dieci milioni delle vecchie lire. Il film all’inizio è andato malissimo. È stato tagliato perché era noioso. Addirittura a Messina, il proprietario di un Cinema che credeva in questo film e nessuno andava a vederlo, un giorno ha messo un annuncio davanti la porta con su scritto: “Guardate questo film. Se vi piace all’uscita del Cinema pagate il biglietto, se non vi piace non lo pagate e andate via”, il film da quel momento in Sicilia ha avuto successo».
È rimasto in contatto con gli attori del film?
«Ogni tanto mi sento con Marco Leonardi, l’attore che ha interpretato Totò da adolescente».

Il produttore Cristaldi e il regista Tornatore con la statuetta

Ha più incontrato Tornatore?
«Si tre anni fa. Peppuccio è venuto a casa mia per fare un servizio per una TV giapponese su Nuovo Cinema Paradiso. Erano 20 anni che non ci vedevamo. È stata una grande emozione. Una delle domande che mi ha fatto è stata quella se ero sposato o fidanzato. Io gli ho risposto che non avevo trovato la persona giusta. Lui mi ha guardato e mi ha detto: “Non può essere che ti è passata sotto il naso e non te ne sei accorto?”. Sul momento non ho saputo rispondere ma poi mi ha fatto riflettere. Tornatore è una persona arguta e un bravo osservatore».
Che cosa è cambiato nella sua vita da quell’esperienza?
«Sostanzialmente non è cambiato nulla. Faccio una vita normale. Io vengo da una famiglia umile e mi piace parlare con le persone umili e semplici. Mi occupo di attività commerciali insieme ai miei due fratelli. Sono un bamboccione (dice sorridendo). Vivo con i miei genitori e non ci penso proprio di andare via di casa. Sono un single felice».
Che consiglio darebbe a un giovane che oggi vorrebbero fare Cinema?
«Di farlo per passione e non per soldi. Di studiare tanto e di credere in quello che fa».
Ha mai pensato di fare il regista o di scrivere una sceneggiatura?
«No. Non ne sarei capace. Ognuno deve fare quello sa fare. Una persona non si può improvvisare regista e neanche sceneggiatore. Io potrei solo scrivere un libro sulla mia vita e sull’esperienza a Nuovo Cinema Paradiso».
A Barcellona qualche anno fa è uscita una nuova versione restaurata di Nuovo Cinema Paradiso e poche settimane fa invece, due coppie di turisti giapponesi ha fatto 10 mila chilometri per proiettare il film sulla fontana di Palazzo Adriano che è stato il set del film. Non lo trova straordinario? Magico?
«Si è davvero pazzesco. A Barcellona c’ero anch’io. L’anno scorso invece sono stato invitato a partecipare a un festival che viene organizzato ogni anno nel mese di aprile a Hollywood dove si parla dei film internazionali più votati e che le persone vogliono rivedere. La serata di chiusura si è svolta con Nuovo Cinema Paradiso. Ho camminato sul tappetto rosso, mi hanno fatto le interviste insieme a un traduttore e le ragazze mi chiedevano l’autografo. Ho vissuto per una sera come un vero divo (dice ridendo). In questo festival eravamo presenti io e Gina Lollobrigida. L’episodio invece della coppia dei turisti giapponesi mi ha colpito molto. In pratica si sono seduti, hanno aspettato che la piazza si svuotasse per proiettare il film».

Salvatore Cascio

Qual è stato il momento più bello della sua vita?
«Il momento più bello della mia vita è stato quando sono diventato consapevole di me stesso e di quello che sono. Mi godo i piccoli momenti della vita condividendoli con i miei amici nella semplicità. Vivo tutto con entusiasmo: sia quando sono stato a Hollywood, sia quando sono nel mio paese con la mia famiglia e i miei amici».
È una persona che ha fede?
«Si. Sono un praticante. Vado in chiesa perché credo».
In questo momento è innamorato?
«Si, di me stesso».
Si considera un ribelle?
«Più che ribelle mi reputo uno spirito libero».
Ricorda la prima volta che è rimasto colpito da una donna?
«Si è stato in Brasile. Ho conosciuto una nota attrice italiana che non posso rivelare il nome. Mi ha sedotto. Io avevo 15 anni e lei 27 anni. Quella è stata la mia prima volta (dice ridendo)».
È un sognatore?
«Si sono un sognatore ma con i piedi per terra».
Crede nel destino?
«Si molto».
Il prossimo 5 novembre saremo tutti chiamati a votare per eleggere il nuovo Governatore della Sicilia. Tra i candidati chi le ispira fiducia?
«Senza dubbio l’onorevole Nello Musumeci».

Mariella Quinci

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