Ancora una volta il Lido Torre di San Teodoro di Marsala al centro dell’attenzione. Domenica mattina trentasette ciclisti sono entrati nel lido e hanno iniziato a fare foto, incantati dal luogo paradisiaco in cui si trova la struttura. Un bagnino li ha invitati ad uscire dal lido senza mezzi termini e i ciclisti, qualificandosi come forze dell’ordine, hanno chiesto il tesserino della sua professione. Giuseppe De Vita, gestore della struttura balneare, si è avvicinato e nella confusione sono volate parole grosse. Nella diatriba ha anche strappato il tesserino del bagnino che si trovava ancora nelle mani del ciclista poliziotto. I ciclisti/poliziotti hanno chiamato gli agenti di polizia che hanno provveduto ad arrestare lo stesso De Vita per cui è stato disposto il Daspo, il cosiddetto obbligo di dimora. Il bagnino è stato denunciato per violenza privata. Il difensore di De Vita, l’avvocato Giacomo Frazzitta, parla invece di “casualità pretestuosa”, un modo per far cadere in un tranello De Vita, già protagonista nei mesi scorsi di problemi, risse, discussioni intavolate con i “malcapitati” avventori che entravano nel lido e sostavano sulla battigia che, secondo Frazzitta, serve solo per il transito a piedi. «Chiunque altro avrebbe fatto prevalere il buon senso e sarebbe uscito dal lido in quanto i trentasette ciclisti avevano “invaso” il lido e invece il poliziotto in borghese ha difeso sè stesso, arrogando il suo diritto a stare lì. In ogni caso potevano lasciare le biciclette fuori e stare lì a piedi. E invece hanno preferito creare il “caso”». con queste parole l’avvocato ha commentato quanto accaduto. Si tratterebbe dunque di una provocazione premeditata per “punire” De Vita che sconta le precedenti prese di posizione per quanto riguarda l’accesso nel suo lido rigidamente controllato. Il Daspo in cui è incappato il gestore è un tassello ulteriore che si aggiunge alle precedenti denunce in cui è incappato De Vita.