mercoledì, Aprile 24, 2024
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Mafia, “Operazione Witness” confermate in appello le condanne

La Corte d’Appello di Palermo ha confermato a tre dei quattro imputati le condanne inflitte presso il Tribunale di Marsala l’8 giugno del 2016. Il processo è scaturito dall’ Operazione antimafia ” The Witness” del marzo 2015 nel quale erano coinvolti Antonino Bonafede, patriarca ottantenne che,secondo l’accusa, dopo l’arresto del figlio Natale nel 2003 e il conseguente ergastolo, aveva preso in mano le redini della famiglia mafiosa ed anche Vincenzo Giappone,55 anni, ufficialmente pastore.

Vincenzo Giappone

Coinvolto nell’inchiesta anche Martino Pipitone, 67 anni, ex impiegato di banca in pensione che in passato aveva già scontato una condanna a 6 anni per mafia. Pipitone era accusato di intestazione fittizia di beni per evitare un’eventuale confisca di beni ad un mafioso ma era stato assolto dal tribunale di Marsala dall’accusa di essere esso stesso un affiliato.

Per l’anziano Bonafede sono stati confermati i sedici anni di reclusione, e dodici anni per Giappone, considerato il “cassiere” e uomo di fiducia dello stesso boss. Entrambi sono stati condannati anche a risarcire l’associazione antiracket e antiusura di Marsala costituitesi parte civile e il cui presidente è l’avvocato Peppe Gandolfo.

A difendere Bonafede è stato l’avvocato Paolo Paladino, mentre legali di Giappone sono stati Stefano Venuti e Federico Sala.

Martino Pipitone

I legali di Pipitone sono stati il neo deputato avv. Stefano Pellegrino e Vito Cimiotta.

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