Si fa presto a parlare di diritto allo studio e di ascensore sociale. Se raddoppiano le tasse universitarie ben pochi potranno permettersi di frequentare l’università e ambire alla laurea che dovrebbe consentire un più alto tenore di cultura e di reddito nel futuro. Studiare all’Ateneo palermitano costa, come tasse, quasi mille euro all’anno di iscrizione per studente, mentre a Catania la cifra si aggira intorno ai settecento cinquanta euro. La maglia nera spetta all’Ateneo messinese che ha superato i mille e centocinquanta euro a testa. A Palermo, però in poco meno di un anno, le tasse sono raddoppiate e per le famiglie si tratta di un vero e proprio salasso, senza contare se sono costrette ad affrontare le spese dei “fuori sede”.
A Messina, l’aumento delle tasse universitarie ha sfiorato il 99 per cento, a Catania appena il 46 per cento. In altre parole, le tasse universitarie ,sono passate dai 400 euro del 2005/2006 agli 800 degli anni 2015/2016. Un dato di fatto è anche la fuga degli studenti siciliani che prediligono gli altri Atenei delle città italiane da Roma in su.