giovedì, Marzo 28, 2024
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«Pure Riina considerava le pale eoliche un errore»: seconda parte dell’intervista a Sgarbi

Ecco la seconda parte dell’intervista al critico d’arte ferrarese Vittorio Sgarbi, nominato da poche ore assessore ai Beni Culturali all’Assemblea Regionale Siciliana dal neo presidente Nello Musumeci. La prima parte dell’intervista pubblicata dal nostro giornale potete leggerla cliccando qui.

Sgarbi, lei ama il bello e la bellezza e più volte si è scagliato contro i deturpatori del paesaggio specialmente quello siciliano violentato da orride costruzioni oltre che dal malaffare dilagante. C’è una soluzione a questo?

«La provincia di Trapani è fra le più deturpate della Sicilia. Appena arrivato nelle vostre zone ho pensato proprio questo. Eppure ha tante potenzialità, una bellezza struggente oltre che due siti archeologici di importanza strategica, Segesta e Selinunte, eppure è brutta, deturpata. Penso alle pale eoliche che sono il frutto più evidente e criminale dell’azione mafiosa sul territorio. Pure Totò Riina era contrario, lo sa? Perché la magistratura ha usato queste intercettazioni per altre vicende e non per fare chiarezza sulle pale eoliche? Perché non le ha fermate in tempo?».

(il riferimento è alle intercettazioni in carcere del boss corleonese Totò Riina pubblicate nel gennaio del 2014, il quale, riferendosi al super latitante di Castelvetrano Matteo Messina Denaro ha detto queste frasi: «A me dispiace dirlo questo… questo signor Matteo Messina Denaro, questo che fa il latitante che fa questi pali eolici, i pali della luce, se la potrebbe mettere nel culo la luce ci farebbe più figura se la mettesse nel culo la luce e se lo illuminasse, ma per dire che questo si sente di comandare, si sente di fare luce dovunque, fa luce, fa pali per prendere soldi ma non si interessa».ndr).

La provincia di Trapani è brutta dunque e la più bella qual è ?

«È senza dubbio Ragusa. Ho fatto una conferenza con 1500 persone presenti nel duomo di Ragusa e ho detto che è la provincia più bella di Sicilia soprattutto per l’integrità territoriale. Lì il paesaggio è stato rispettato. Penso alla strada statale che collega Marsala, dove lei vive, con Salemi. È l’esempio della devastazione di un luogo con quelle pale ferme che sembrano giganti, mostri sovrastanti il passante. Confido nell’abbattimento, mi batterò per questo. Sono un simbolo mafioso da abbattere».

La stessa cosa vale per gli ecomostri costruiti sulle spiagge?

«No, lì è una cosa ben diversa. Lì è una questione di deturpamento del territorio e scalfisce la bellezza mentre per le pale eoliche si può parlare di un lavoro non fatto a regola d’arte e che va risarcito dagli stessi costruttori malavitosi. E diventa una questione politico amministrativa».

Lei vuole rimettere in piedi il Tempio G di Selinunte, anzi l’ha promesso come suo primo intervento da assessore regionale ai Beni Culturali.

«Voglio ricostruire il Tempio G di Selinunte con tutte le mie forze. L’idea non è nuova, era già stata affrontata in un convegno del 2013 voluto dall’ex presidente della provincia Mimmo Turano e che aveva visto protagonisti studiosi, invitati a dire la loro e che hanno espresso le loro opinioni e quando sono opinioni, si sa che tutto è possibile. Esistono due diverse scuole di pensiero, una contraria alla ricostruzione e che sostiene che la rovina vive nel suo effetto storico e un’altra scuola, diametralmente opposta, la quale sostiene la rinascita ed è fautrice della possibilità di una nuova vita per la rovina. Questa scuola di pensiero sostiene la ricostruzione del tempio G per far sì che sia ammirato e ottemperato da tutti, così come è avvenuto per il Partenone. 

A Selinunte vi sono tutti i rocchi delle colonne, mi sembra una cosa semplice dal punto di vista strutturale e logica dal punto di vista  monumentale».

Con quali fondi pensa di finanziare tutto questo?

«Esistono sponsor, finanziatori interessati a questo progetto che è di rilevanza universale e non avremmo nessun problema di bilancio. I loro nomi sono già nella pratica del 2013. La situazione era già stata valutata con tutti gli elementi utilizzabili e necessari dall’ amministrazione Turano e occorre, semmai, che la Regione dia le autorizzazioni necessarie».

Chi è il principale sostenitore, oltre a lei, della ricostruzione del Tempio G?

«Valerio Massimo Manfredi è stato l’ispiratore della ricostruzione del Tempio G nel 2013. Lui è un visionario, l’ha già “visto” come verrà bene nella realtà. Penso che mi avvarrò anche della collaborazione dell’attuale direttore generale della Treccani e del ministro dei beni culturali Brai che si è detto disponibile a collaborare con noi e vedremo in quali termini».

Lei parla spesso di giustizia e però si scaglia spesso contro la magistratura. Ha il dente avvelenato per via del commissariamento al comune di Salemi di cui lei è stato sindaco?

Nessuno parla di quanto ho fatto io per Salemi. Quello che ho fatto andava lodato e ammirato e invece hanno sciolto il comune per mafia eppure, prova somma della violenza che ho patito, non c’è stato nessuno incriminato per mafia, nessun consigliere, nemmeno Pino Giammarinaro che mi ha sostenuto a viso aperto perché era un leader politico, il responsabile della DC locale. Cosa dovevo fare io? Io ho praticato quelli che c’erano e c’era Giammarinaro con i suoi, e se ci sono, vanno trattati e non bistrattati a prescindere. Non erano e non sono incriminati. Questo io lo chiamo fascismo  giudiziario. In Sicilia occorre fare antifascismo oltre che antimafia».

Hanno sciolto il comune di Salemi senza motivo?

Se si scioglie un comune con 20 consiglieri e nessuno di loro è inquisito per reati mafiosi, me lo dice lei perchè lo si scioglie? Nessuno di loro ha ricevuto un avviso di garanzia. Ci sono allora due leggi, una ordinaria e una straordinaria. Quella straordinaria è di tipo moralistica e politica che assume, attraverso una prefetta immonda come Marilisa Magno , un’azione di prevenzione, la quale, senza essere mai stata a Salemi, senza aver mai incontrato il sindaco, decide di fare una “mascariata” per colpire chi, poi? Di che mafia a Salemi stiamo parlando se non c’è una lira che circola? Dov’è la mafia se non ci sono soldi? La mafia è dove c’è imprenditoria e a Salemi è ferma. La Magno è un’infetta prefetta che andava cacciata a pedate così come il commissario di Salemi (Guglielmo Serio ndr) che ha preso dieci mila euro al mese per non fare nulla in una città dove la democrazia era sospesa. Io ho reso grande Salemi e lui l’ha tenuta per due anni bloccata. Io questi qui, li odio ferocemente».

Tiziana Sferruggia

 

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