Dopo il confronto con diverse realtà universitarie e organizzazioni di categoria nazionali, si è costituito a Castelvetrano, il “Movimento Libero Universitario” che raccoglie professori universitari, ricercatori, studenti universitari, professionisti e liberi cittadini.
Fondatore e presidente del nuovo organismo politico-sociale è l’ingegnere Vito Abate, castelvetranese, classe 1964. “Il nostro – spiega Vito Abate – è un movimento di pensiero e azione che individua le criticità e i problemi della nostra società e propone delle soluzioni, proprio perché è formato da una squadra di uomini e donne, diffusa su tutto il territorio nazionale, motivata, di comprovata capacità ed esperienza. Il nostro obiettivo – continua Abate – è quello di dare un contributo concreto alla nostra terra, ridarle la dignità persa in anni di malgoverno da parte di una classe politica e dirigenziale inadeguata, con inesistenti competenze tecniche e motivazionali. Vogliamo ridare alla nostra terra il lustro che aveva prima dell’unione d’Italia rendendola ancora economicamente attrattiva, tutelando i cittadini e gli imprenditori dalla farraginosità del sistema burocratico”.
Tra gli obiettivi che il Movimento “Libero Universitario” intende
perseguire ci sono:
1) creare un’edilizia libera, responsabile che consenta di
recuperare il volume realizzato a qualsiasi titolo.
2) revocare i vincoli paesaggistici, fino a quando verrà adottato un piano paesistico regolamentato con dettaglio e condiviso dal popolo, con la possibilità di edificare per alcune zone definite, anche sul mare, come avviene ad esempio nella Polinesia francese, e come è successo duemila anni fà quando i geni e i romani costruirono le acropoli e i tempi, sul mare. Come anche si può immaginare la presenza di aree destinate a grattacieli. Migliorerà qualità della vita, reddito degli imprenditori e paesaggio. Sarà un motivo di attrazione per gli investitori internazionali e per l’aumento demografico del territorio con individui e famiglie con reddito medio alto.
3) abolire il custode giudiziario nel sequestro preventivo, con i beni
gestiti direttamente dall’imprenditore sotto amministrazione
controllata. L’eventuale custode può avere solo un’azienda in amministrazione. Non è accettabile che un custode si arricchisca gestendo decine di aziende, e materialmente le stesse vengono avviate alla liquidazione.
4) per le aziende che non hanno avuto condanne, e per i
soci/amministratori assolti, devono essere reintegrate le condizioni
iniziali ante sequestro. Obiettivo: scongiurare il fallimento e il suicidio dell’imprenditore.
5) realizzare un unico procedimento giudiziario: penale, tributario e
della confisca
6) aumentare il Pil Nazionale mettendo a reddito il demanio e i beni pubblici “ riserve naturali, demanio forestale e marittimo” con l’utilizzo dei dipendenti pubblici sotto utilizzati, a volte con un lavoro senza dignità.