venerdì, Marzo 29, 2024
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Mafia e benzina, sequestrati impianti truccati: 5 arresti e 43 denunce

Le mani di cosa nostra sono sporche anche di benzina. Nove persone vicine ai clan sono state arrestate a Palermo e provincia, tutte accusate di aver manomesso gli impianti di distribuzione di benzina. Il maxi blitz è stato effettuato dagli uomini della Guardia di finanza che hanno denunciato anche 43 persone ritenute membri di un’associazione a delinquere che si occupava del trasferimento fraudolento di valori, di frode in commercio e frode fiscale.

Sono finiti in carcere Danilo Lazzarotto 36enne di Bagheria e Rosario Montagna,palermitano  di 36 anni, mentre sono scattati i domiciliari per Cosimo Vernengo, 42 anni, Giorgio Vernengo 43 anni, Natale Di Cristina 70 anni, Carmelo Munzone, 62 anni, Filippo Tirendi 75 anni, Alessandro Primo Tirendi 36 anni e Eugenio Barbarino di 32.

Ii finanzieri hanno sequestrato cinque distributori stradali di carburante: in via Roccella 161, in via Leonardo da Vinci n. 392, in viale Campania (si tratta dell’impianto Cei, ex Erg), in corso Tukory n. 169 e in via Messina Marine n. 435.

I finanzieri hanno scoperto che il sistema di misurazione delle quantità erogate era stato manomesso, così da far apparire di aver venduto un numero di litri superiore rispetto a quello effettivamente consegnato al cliente.

I successivi accertamenti hanno permesso di confermare l’esistenza di una associazione per delinquere dedita alla frode all’erario.

«Se si pensa – dicono i finanzieri – che sono state emesse fatture per operazioni inesistenti per quasi 38 milioni di euro e, in conseguenza, è stato causato un danno allo Stato derivante dal mancato incasso di Iva per quasi 7 milioni di euro». Evase anche le accise per un valore di 2,5 milioni di euro realizzata attraverso l’alterazione dei misuratori degli impianti di distribuzione, l’importazione illecita di olio lubrificante dall’Albania e la vendita di gasolio destinato al rifornimento delle navi che è esente da accise. Cosimo Vernengo è uomo vicino a cosa nostra e già sottoposto a sorveglianza speciale.

 

 

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