Dinnanzi al paesaggio mozzafiato delle saline e della laguna dello Stagnone di Marsala: è qui che si trova gran parte dei vigneti che fanno capo alle Cantine Birgi. Una location dalla bellezza dirompente che la dice lunga su quell’amore per la Sicilia che, nel 1960, ha portato un gruppo di viticoltori a fondare questa cantina sociale che ad oggi conta circa 900 soci. «Cantine Birgi – racconta il Presidente Giuseppe Monteleone – è una cantina storica che rappresenta la storia di un territorio e di generazioni di viticoltori che a Marsala hanno contribuito a fare grande la storia del vino». Un sogno divenuto possibile grazie alla cooperazione e ad una forte coscienza associativa, fin dall’inizio due dei punti di forza della cantina.
«Ciò che accomuna da sempre i nostri soci – dichiara Monteleone – è, senza dubbio, un amore radicato per la Sicilia, per la nostra terra. Una passione che, ancora oggi, è la più profonda ragione d’essere dell’azienda». «Non a caso – continua – il rispetto per l’identità del territorio è uno dei capisaldi della filosofia aziendale: i vitigni autoctoni siciliani, come il Grillo, il Catarratto, il Grecanico, il Nero d’Avola, il Frappato, sono al centro della nostra attenzione, anche se – sempre nel rispetto della natura – uguale cura dedichiamo ai vitigni internazionali».
2.500 ettari, per l’esattezza, sono i vigneti che fanno capo all’azienda. Ed è qui, da un’attenzione continua e scrupolosa che parte fin dalle prime fasi fenologiche della vigna, che comincia il lavoro delle Cantine Birgi.
«La qualità dei nostri vini – dichiara Giuseppe Figlioli, enologo – parte certamente dall’alto rendimento qualitativo dei vigneti. Questo è possibile grazie al personale tecnico specializzato che segue ogni stadio del ciclo vitale della pianta, fino alla raccolta delle uve. Per noi, è importantissimo che la materia prima che gli enologi dovranno poi trasformare con la stessa accuratezza, sia non di buona, ma di ottima qualità».
La cantina, sebbene sia profondamente legata alle tradizioni del proprio territorio, è una realtà in continua evoluzione e al passo con la modernità. «Droni e stazioni pluviometriche – racconta Figlioli – ci sono d’aiuto per monitorare i vigneti e le loro fasi fenologiche, e siamo sempre pronti a recepire le innovazioni e i cambiamenti positivi che riguardano il mondo del vino». «L’importante- aggiunge- è non perdere mai di vista l’obiettivo principale: produrre vini di alta qualità, che siano in grado di appagare anche i wine lovers più esigenti».
L’azienda è presente sul mercato dei vini in bottiglia con ventotto diverse referenze sui due canali della GDO e Ho.Re.Ca. Kinisia, TriSole, Liburna, le etichette più rinomate, a cui vanno aggiunte i nuovi arrivati, gli spumanti Birgi e i due vini da dessert Unico, a completamento di un’ampia gamma di vini in grado di soddisfare le esigenze e il palato dei consumatori più variegati.
La Birgi si appresta inoltre, nella prossima stagione estiva, ad affacciarsi al mondo dell’enoturismo. «Siamo quasi pronti per accogliere wine lovers ed enoturisti – spiega entusiasta il Presidente Monteleone -, questa è per noi una nuova sfida da intraprendere con entusiasmo e creatività. Il fine è quello, non solo di far conoscere una realtà vitivinicola particolare qual è Cantine Birgi, ma anche quello di regalare un’esperienza indimenticabile a chi avrà modo di visitare la cantina, degustare i nostri prodotti e passeggiare tra i nostri vigneti».
Pamela Giampino