mercoledì, Aprile 24, 2024
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Nicola Catania:«mi ricandido perché Partanna può e deve essere una “Città Europea”»

Sindaco, presidente del Libero Consorzio per la legalità trapanese, coordinatore dei sindaci del Belice, al centro di riconoscimenti che fioccano da tutte le parti, sia dai colleghi sindaci che dalla cittadinanza, Nicola Catania, pragmatico ed eclettico primo cittadino del comune di Partanna, si ricandida. Alle amministrative del prossimo 10 giugno, infatti, ci riprova, forte dei consensi popolari che è riuscito ad ottenere in 5 anni di mandato che hanno “trasformato il volto di Partanna rilanciandola e proiettandola, a buon diritto, fra le città europee, con auspicio e determinazione” come, sottolineato lui stesso nella nostra intervista, nella quale ha, con la solita dovizia di particolari e disponibilità, sottolineato i risultati già raggiunti e i progetti futuri.

Nicola Catania, lei ha amministrato per 5 anni. Sono stati anni lunghi ed impegnativi. Ora lei, si ripropone alla cittadinanza per le prossime elezioni dove spera di essere rieletto primo cittadino nella sua Partanna. Non lascia ma tenta il raddoppio, ci spiega perchè?

«Più che propormi io è stata la coalizione a chiedermi di proseguire l’attività che abbiamo intrapreso 5 anni fa che è stata del tutto innovativa, che ha portato un vero cambiamento nella nostra comunità. I risultati sono arrivati e oggi possiamo parlare di rendicontazione piuttosto che di programmazione e di fatto la programmazione è il proseguo, o meglio, la conseguenza della rendicontazione. Siamo nelle condizioni di poter dimostrare che il buon lavoro è stato fatto. Si è trattato di un lavoro certosino, fatto con sacrifici, con abnegazione, sena guardare l’orologio. Alla fine questa caparbietà e questo stile nell’operare credo che ci abbia premiati».

Catania, pur nelle difficoltà lei mi sembra ottimista, pieno di slancio. Cosa la sostiene in tutto questo?

«L’amore per la mia terra innanzitutto e il bisogno di dare risposte concrete a domande da troppe anni rimaste inevase per colpa della scarsa attenzione per non dire dell’abbandono a cui questi luoghi sono stati relegati, soffrendo, pagandone le amare conseguenze. Sono consapevole che ci sia ancora tanto da fare ma sono ottimista. Credo che ancora migliori risultati siano possibili, siano alla portata di mano. Abbiamo creato le basi per potere rilanciare questo territorio, non soltanto il mio comune, verso traguardi ed obiettivi molto importanti. Ci abbiamo messo impegno, passione e costanza. La mia è un’amministrazione che in 5 anni non ha mai fatto un azzeramento, un rimpasto e forse credo che sia la prima volta che accada in un ente locale. Siamo andati avanti e siamo arrivati uniti fin qui. E’ tempo però di rilanciare».

Chi la sosterrà nella sua candidatura?

«La nostra è una lista civica come quella di 5 anni fa senza appartenenze politiche. Per Partanna si lavora tutti insieme poi ognuno ha, come è giusto le proprie idee. Non ci interessa essere di destra o di sinistra. A noi interessa l’impegno comune. Questo è e deve essere l’intento comune che ci guiderà. Chiunque voglia dare il suo appoggio può sostenermi. Non escludiamo nessuno. Chi vuol dare il proprio contributo, collaborando a rendere ancora migliore Partanna può farlo. C’è gente che si avvicina a noi e di questo siamo contenti. Le porte sono aperte e ci stiamo confrontando con la città per organizzare l’attività programmatica per i prossimi 5 anni».

Squadra che vince però non si cambia….

«Non siamo per così dire attaccati al ruolo, prescindiamo cioè da chi farà l’assessore piuttosto che il consigliere comunale. Finora abbiamo lavorato tutti alla stessa stregua per portare avanti, e tutti insieme, le nostre iniziative, le nostre attività per il bene di Partanna e dei partannesi. E’ questo un grande elemento di forza. Lo zoccolo duro sostanzialmente resta. Questo nucleo che in questi 5 anni ha dimostrato di avere la tempra e di aver imparato dall’esperienza come funziona da di dentro il sistema, oggi, si ripropone tale e quale anche se non ci saranno ruoli copia e incolla. Stiamo cercando di rimodellare un pò tutto, di aggiustare il tiro in funzione dei nostri nuovi progetti».

Obiettivo principale?

«Vogliamo Partanna europea. Ecco il perchè del nome della mia lista. “Partanna Città Europea”, questo è il nome della lista che presenteremo alla città prossimamente».

Quali sono, sindaco, i problemi più urgenti di Partanna?

«A molti problemi urgenti, per la verità ci abbiamo già messo mano in passato, subito dopo la mia elezione e per molti di essi abbiamo già trovato soluzioni tampone che vanno comunque implementati. Prima fra tutti ci preme l’occupazione giovanile e non secondari, l’imprenditoria e l’artigianato. Per questo abbiamo messo mano e rilanciato, dopo 3 anni di stillicidi, di tecnicismi e di burocrazie contabili, le nuove direttive per il Piano Regolatore. Vogliamo che sia quanto più partecipato possibile, coinvolgendo nella preparazione anche la cittadinanza oltre che il professore Carta che è il presidente del Politecnico di Palermo che ci ha dato la sua disponibiltà. Dobbiamo disegnare tutti insieme un percorso, rispettando le esigenze e gli obiettivi degli imprenditori che vogliono investire nel nostro territorio. Questo Comune vuole offrire opportunità sopratutto ai giovani, per questo puntiamo sulla formazione  e per questo abbiamo sottoscritto un protocollo con l’università di Palermo. Ci sono dei corsi di formazione qui, a Partanna, senza scordare il coworking fablab. In un luogo così sperduto ed abbandonato da anni, come il Belice, siamo riusciti a portare innovazione non indifferente. Guardiamo alla new economy come all’economia del domani, anzi dell’oggi. Il futuro è già qui per me. Ci sono nuove opportunità».

Ci parli di queste nuove opportunità per favore

«Sono reduce di un incontro a Marsala con il sindaco Di Girolamo, per la sottoscrizione di un protocollo che può aprire nuove possibilità ai giovani, agli studenti che devono dipanarsi nel difficile mondo del lavoro post scuola,sia che non abbiano acquisito tutta la formazione necessaria o che intendano perfezionarla o addirittura scoprire un nuovo sistema per intraprendere una attività. Sono orgoglioso e felice di aver  esportato questa nuova e buona prassi, già consolidata a Partanna, anche a Marsala. Sono contento, finalmente è andata in porto qualcosa che può rappresentare un prima e un dopo dal punto di vista professionale. Il coworking fablab G55 servirà per promuovere corsi di orientamento e per far scoprire attitudini personali sconosciute agli stessi giovani. Questo aprirà nuove strade, nuove possibilità di lavoro, nuove professioni collegate con il mondo della tecnologia che sempre più offre sbocchi nel mondo del lavorativo. Per il fablab, grazie ad un accordo fatto con il provveditore agli studi di Trapani alterniamo la scuola lavoro per far comprendere ai giovanissimi, fin da subito, quali solo le nuove attività del futuro. Ci sono circa 18 attività in cui possono cimentarsi, dalla guida del drone alla robotica, all’artigianato tridimensionale».

Mi sembra del tutto motivata la sua soddisfazione, sindaco. 

«Partanna viene vista, anche dall’esterno, come una città modello e di questo ne sono molto orgoglioso. I servizi hanno ripreso a funzionare, penso alla differenziata. C’è ancora tanto da fare ma abbiamo rimesso in moto il sistema. Ciò che era prima straordinaria amministrazione l’abbiamo fatta tornare ad essere ordinaria amministrazione appunto. Grazie a questo è possibile parlare adesso di rilancio».

Economicamente parlando, qual è lo stato di salute del Comune di Partanna?

Abbiamo tante difficoltà. I contributi a parziale trasferimento dello Stato e della Regione sono stati ridotti di un terzo rispetto a prima e da questa cifra, noi, nonostante tutto, dovremmo trarre dalla fiscalità il resto delle entrate del nostro bilancio. La fiscalità rivolta a 10 mila persone, ammesso che tutti paghino indistintamente, dovrebbe servire a gestire un territorio di 10 mila abitanti che ha di fatto, opere e strutture per 65 mila abitanti. E’ cioè, una città urbanizzata per 65 mila abitanti con opere vecchie risalenti a 50 anni fa che hanno bisogno di interventi e manutenzioni a cui è difficile far fronte per mancanza di risorse».

Come riesce allora a far funzionare le cose? 

«Lavorando 20 ore al giorno con ingegnosità, genialità ed abnegazione. Alcuni finanziamenti li ho trovati io già qualche anno fa. Erano soldi che ci spettavano ma ho dovuto fare un lavoro non indifferente per sbloccare la somma. Sono andato nei vari ministeri e ci sono riuscito, sempre rispettando le regole e la legge. Lo stesso dicasi per il “Fondo Jessica”, un milione e 200 mila euro per la pubblica illuminazione vincolati in banca e che non si potevano adoperare perché c’era un vincolo finanziario di spazi verticali. Mi sono dovuto far fare apposta un comma ad una legge a Roma per sbloccare e ottenere la somma. Sapere a quale porta andare a bussare però è importantissimo. Si può fare anticamera per mesi e non ricevere alcuna risposta. Mi sono preparato io le carte su e giù per i ministeri con colleghi e conoscenti. Devo dire che grazie alle mie conoscenze sono stato messo in condizione di portare a casa un ottimo risultato. Al “Fondo Jessica” aveva anche aderito il Comune di Marsala che era fra quelli finanziabili e ha dovuto rinunciare. Era troppo complicato accedervi, troppo difficile e mi rendo conto che non poteva fare altrimenti».

Come vede la situazione politica e amministrativa della provincia di Trapani?

«Il territorio dell’intera provincia è alquanto bistrattato e sta soffrendo .Trapani è commissariata e anche Castelvetrano. Ma Partanna, anche dai detrattori, è considerata un fiore all’occhiello per funzionalità e buona amministrazione. Abbiamo seminato bene. Stiamo raccogliendo i frutti. Forse questo è l’unico modo per andare sempre avanti. Abbiamo amministrato l’oggi per governare domani in buona sostanza. Credo che i cittadini lo percepiscano. Senza scordare che dal punto di vista regionale, paghiamo lo scotto di 5 anni di governo paralizzato, per questo c’è tanta voglia di fare, di progredire, di scrollarci di dosso l’atavico immobilismo».

Tiziana Sferruggia

 

 

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