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Sebastiano Tusa «entro giugno la nave romana sarà visibile a Marsala»: musei aperti e aree archeologiche ripulite

Il neo assessore ai Beni Culturali siciliani, l’archeologo Sebastiano Tusa, già Soprintendente, ieri, a Marsala, in occasione della presentazione del suo nuovo libro, ha promesso una quasi “rivoluzione”per quanto riguarda i musei e le aree archeologiche presenti su tutto il territorio siciliano.

Tusa in qualità di Assessore, su precisa domanda del sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo, presente ieri pomeriggio al complesso Monumentale San Pietro, ha promesso che la nave romana ritrovata nel 2010 a Marausa, restaurata a Salerno e arrivata la scorsa primavera al Baglio Anselmi di Marsala, sarà visitabile entro giugno. L’area archeologica lilibetana, adesso piena di erbacce e non fruibile dai visitatori anche se si trova in una posizione strategica se non invidiabile, in quanto posizionata proprio nel cuore di Marsala,sarà più “integrata”alla città, ovvero, si spera, aperta e visitabile da tutti.

«In finanziaria è passato l’emendamento che il valore dei biglietti incassati dai musei, pari a circa 21 milioni di euro per l’intera Sicilia, sarà reinvestito per migliorare i servizi e la fruizione. I musei di Trapani e Marsala saranno inseriti nella convenzione con i privati per i servizi aggiuntivi. Ed un rostro della battaglia delle Egadi sarà portato a Marsala». Queste le parole usate da Sebastiano Tusa ieri pomeriggio, il quale, su precisa domanda del dottore Giuseppe Briuccia, presente all’incontro, si è impegnato a fare in modo che le risorse per la pulizia arrivino in tempo e che possa essere impiegato personale dell’ESA e della Forestale per la ripulitura dell’intera zona, abbandonata e sporca come sottolineato da Briuccia nel suo intervento.

Inevitabilmente la discussione si è incentrata proprio sulle aree archeologiche prendendo spunto dal tema del libro di Tusa “I popoli del grande verde” presentato ieri. Nel suo interessante intervento, Sebastiano Tusa ha parlato diffusamente dei popoli del mediterraneo che nascono dalla fine economica e politica delle città micenee. Tali popoli tra il XIII ed XII secolo a.c. si diressero in tutto il mediterraneo, citati in testi egizi, ittiti, ugaritici, sia come portatori di rovina e distruzione sia come mercenari. I Popoli del Mare tra i quali i Filistei di biblica memoria, vituperati anche dagli antichi egiziani in realtà erano non solo razziatori ma anche commercianti confluirono a poco a poco nei altri popoli ad esempio i Filistei nel regno di Israele. I Fenici conquistarono i territori dei Popoli del Mare ED ereditarono da questi l’arte del navigare e fondarono diverse città nel mediterraneo tra le quali Mothia. Un excursus che ha affascinato i presenti e che ha gettato le basi per la discussione instauratasi dopo.

Erano presenti al tavolo dei relatori il sindaco, l’archeologa della Soprintendenza di Trapani Rossella Giglio, la quale ha brevemente introdotto lo stesso assessore ed autore del libro.

Tra il pubblico erano presenti l’ On.Lo Curto, l’On. Stefano Pellegrino, Luigi Biondo dirigente resposabile del Polo Museale della Provincia di Trapani, il Soprintendente Enrico Caruso, Anna Maria Parrinello dirigente del Museo archeologico regionale di Marsala, gli addetti ai lavori ed alcuni appassionati di storia.
Sia il Sindaco, sia Rossella Giglio sia Tusa hanno preliminarmente ricordato la figura del giudice Falcone, di Francesca Morvillo e della scorta dei quali ieri ricorreva l’anniversario della strage.

 

 

 

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