venerdì, Marzo 29, 2024
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Mafia: arrestato imprenditore castelvetranese “vicino” a Matteo Messina Denaro

La Dia di Trapani ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, nei confronti dell’imprenditore edile, Nicolò Clemente, 50 anni, ritenuto responsabile di associazione a delinquere di stampo mafioso. Clemente è fratello di Giuseppe e figlio di Domenico, cugino del famoso capomafia Giuseppe Clemente, condannato per essere “capo decina” della cosca di Castelvetrano. Nicolò Clemente è ritenuto dagli inquirenti “vicino” al superlatitante boss castelvetranese Matteo Messina Denaro. Per Clemente è stato disposto anche un provvedimento di sequestro preventivo delle società Calcestruzzi Castelvetrano s.r.l., che si occupa del  commercio di conglomerati cementizi, e Clemente Costruzioni s.r.l., impegnata nell’attività di movimento terra e costruzione generale di edifici. Le due imprese sono riconducibili a Nicolò Clemente e le indagini si sono avvalse delle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Lorenzo Cimarosa e Giuseppe Grigoli. Cimarosa è morto lo scorso anno mentre Grigoli è stato condannato in via definitiva come appartenente alla cosca di Castelvetrano.

Entrambi  hanno indicato Clemente come un imprenditore capace di infiltrare e condizionare il tessuto economico locale nei settori dell’edilizia pubblica e privata. Giuseppe, fratello di Nicolò, è stato condannato per associazione mafiosa e omicidio in quanto ritenuto un pericoloso killer di cosa nostra trapanese. Anche Giuseppe era imprenditore insieme al fratello.

Dopo la condanna all’ergastolo, Giuseppe, si è suicidato in carcere nel 2008, proprio nel giorno del compleanno dell’amico Matteo Messina Denaro, scongiurando definitivamente il pericolo di poter cedere alla tentazione di collaborare con la giustizia. La sua famiglia temeva il suio pentimento e il suicidio ha posto fine a questo timore.

Secondo gli inquirenti, il legame tra la famiglia Clemente e la famiglia Messina Denaro, risulterebbe anche di tipo imprenditoriale nella società “Enologica Castelseggio s.r.l.”, attività costituita negli anni ottanta, oggi definitivamente confiscata in quanto diretta espressione delle famiglie mafiose di Castelvetrano e usata per per riciclare il denaro.

Clemente era assieme agli imprenditori Giovanni Filardo, Giovanni Risalvato, allo stesso Lorenzo Cimarosa e Rosario Firenze, capace di assicurare alla cosca molto sostegno economico.

Il controllo del territorio veniva delineato “…come quannu lu attu va pisciannu dunni va camminannu…” (come fa il gatto che urina per delimitare il proprio territorio), Questo sarebbe il  manifesto programmatico confessato dallo stesso Clemente nel corso di una intercettazione telefonica.

Le attività d’indagine hanno anche documentato alcuni summit mafiosi ai quali avrebbero preso parte Clemente e Dario Messina, presunto reggente della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo , recentemente sottoposto a fermo nell’ambito dell’operazione “Annozero”.

Tiziana Sferruggia

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