Il 14 Ottobre del 1718, a Palermo, nasceva Vito D’Anna, uno dei principali pittori siciliani e maggiore rappresentante del Rococò siciliano. In occasione dei trecento anni dalla sua nascita, Domenica 14 Ottobre, alle ore 12.00, davanti la piccola Chiesetta “San Filippo Neri” di Parco Villa Filippina, l’Associazione Urania, coadiuvata dall’Associazione Italia Nostra sez. Palermo con il Presidente Pietro Longo, ricorderà la vita e le opere del pittore palermitano. Suoi gli affreschi sotto i portici di Villa Filippina, opere che gli furono commissionate, nel 1758 dal sacerdote Don Angelo Serio della Congregazione dei Padri Filippini.
Allievo del pittore acese Paolo Vasta fino al 1744, iniziò la sua carriera all’età di diciassette anni facendo suo l’uso vivace dei colori tipico della scuola barocca. Dopo aver concluso i suoi studi presso il Vasta, entra a far parte degli allievi della bottega di Olivio Sozzi, un importante pittore del tempo, del quale sposò la figlia Aloisia nel 1745. Il D’Anna perfeziona le sue tecniche pittoriche a Roma, su suggerimento dello stesso Olivio Sozzi, presso il Maestro Corrado Giaquinto (1745/50ca) come testimonia una lettera di elogi di quest’ultimo inviata allo stesso Sozzi. Tornato a Palermo nel 1751 inizia i lavori per gli affreschi della Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria – nota a Palermo come “Santa Caterina delle Donne”, sita a Piazza Bellini, difronte la chiesa della Martorana – dipingendo le opere Apoteosi di San Domenico o Gloria dei Santi domenicani o Trionfo dell’Ordine domenicano e Allegorie dei quattro continenti, gli affreschi “Trionfo di Minerva e Allegorie di Virtù all’interno di Palazzo Benenati Ventimiglia e quelli presenti nella Chiesa dei Tre Re dal titolo Trionfo dei Re Magi, Battesimo di Amilcare e Martirio di Baldassarre. Opere che diedero al D’Anna una certa notorietà divenendo, per i committenti palermitani, un punto di riferimento. Diverse infatti gli affreschi presenti in molte chiese e palazzi privati della città.
Nel 1754 gli viene affidato dall’Unione dei Miseremini l’incarico di presiedere, regolare e approvare, con l’Architetto Ferrigno, le opere della chiesa di San Matteo e di affrescarla per intero. Sue anche l’opera L’apoteosi di Palermo del 1760, affresco presente nella sala da ballo di Palazzo Isnello, considerata una delle maggiori opere di pittura siciliana del XVIII secolo, e il grande ciclo di affreschi Gloria di San Basilio presenti nella Chiesa del Santissimo Salvatore.
Morì a Palermo nel 1769 e sepolto inizialmente nella chiesa di San Matteo. Nel XIX secolo, le sue spoglie furono trasferite nel cimitero dei Rotoli