Oggi 19 dicembre, alle ore 15.30 presso la Sala stampa Mario Palumbo dell’Assemblea Regionale Siciliana, sarà presentata la relazione finale sull’indagine svolta dalla Commissione parlamentare regionale antimafia sul depistaggio relativo alla strage di via D’Amelio.
Ricordiamo che per il depistaggio sono stati rinviati a giudizio tre poliziotti, Fabrizio Mattei, ora in pensione, Mario Bo, ex funzionario e oggi dirigente della polizia a Gorizia e Michele Ribaudo, agente di polizia, che nel ’92, dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio. I tre fecero parte del gruppo investigativo che indagava sulla strage e collaborarono con il capo della polizia Arnaldo La Barbera. Quest’ultimo è moerto nel 2002 ed è considerato il deus ex machina del depistaggio.
I poliziotti sono accusati di calunnia aggravata dall’avere favorito cosa nostra suggerendo una falsa ricostruzione della fase esecutiva della strage che portò poi alle condanne all’ergastolo a sette mafiosi, estranei all’attentato. Sei di loro, Gaetano Scotto (ancora indagato per l’omicidio dell’agente di polizia Nino Agostino e di sua moglie Ida) Cosimo Vernengo, Giuseppe La Mattina, Natale Gambino, Giuseppe Urso e Gaetano Murana hanno chiesto tramite i propri legali 50 milioni di euro di risarcimento al ministero dell’Interno e alla presidenza del consiglio dei ministri, in questo processo chiamati in causa come “responsabile civile”.
Fabrizio Mattei avrebbe sufferito al falso pentito Scarantino cosa dire e di cosa autoaccusarsi, creando ad arte dunque una vera e propria “verità parallela”.
I giudici della Corte d’assise hanno definito questo il “depistaggio più grave della storia”.