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Palermo, al via la nuova rassegna della Fondazione the Brass Group Play Piano Play

Protagonisti unici della nuova rassegna della Fondazione the Brass Group “Play Piano Play”, che riprende il titolo di un famoso album dell’artista Erroll Garner,  sono gli 88 tasti bianchi e neri ed i pianisti che da essi trarranno melodie ed armonie come tessere di mosaico. “Musiche del nostro tempo”, poco importa che sia jazz oppure classica, che si segua il corso della tradizione o che si esplorino nuove frontiere, che si renda omaggio ai grandi classici o che si interpretino composizioni originali e pagine inedite. Nell’arco dei dodici appuntamenti, in calendario dal 24 gennaio all’11 aprile, tutti di giovedì, alle ore 21.00, la rassegna vuole scandagliare ogni possibilità tecnico-espressiva del nobile strumento, superando i vetusti steccati di genere e di epoca e illustrandone con dovizia i diversi ambiti stilistici. Tutti siciliani (ad eccezione del californiano Thollem McDonas) gli artisti coinvolti, il cui prestigio  rende “Play Piano Play” una sorta di spettacolare vetrina della migliore espressione del pianismo dell’Isola. Molti i nomi già ben noti al pubblico, a cominciare dal fantasioso Roberto Brusca, cui tocca l’onere di inaugurare il cartellone, giovedì 24 gennaio alle ore 21.00 al Real teatro Santa Cecilia, con un recital che mescola famosi standard della tradizione jazzistica a propri temi originali, e poi proseguendo con Giuseppe Vasapolli, musicista di risonanza internazionale che con deliziosa autoironia rilegge se stesso in “Kisses kitchens”, con l’eclettico e lirico Diego Spitaleri, specialista di prove solitarie ed anch’egli impegnato a raccontar se stesso, con l’esuberante Riccardo Randisi, perno dell’Orchestra Jazz Siciliana, fresco autore del magnifico album “A waltz for you” e qui impegnato a ricordare le sue canzoni preferite, col frizzante Mario Bellavista, musicista che non disdegna incursioni nel jazz newyorchese, e con Paolo Passalacqua, pianista spesso con la OJS e la cui sobrietà si sposa a grande efficacia. Un atteso ritorno è quello di Bepi Garsia, molto più parsimonioso nelle sue sortite siciliane di quanto non lo sia in quelle oltre Stretto, con un emozionante viaggio che parte da temi poco frequentati scritti da Pino Marcucci per il grande schermo e, toccando la celebre “Rapsodia in blu” di Gershwin, giunge fino a Debussy. Un’autentica chicca è poi ascoltare Giuseppe Urso, batterista tra i più prestigiosi in Italia, stavolta però in veste di pianista e impegnato a rievocare gli anni giovanili della sua formazione musicale attraverso una meditata selezione di brani tra i meno battuti di autori come Gary Burton, Pat Metheny, Paul McCandless ed Avishai Cohen. Altra chicca è rappresentata dallo statunitense Thollem McDonas (al suo debutto in Sicilia) con l’inedito progetto “Solo piano in the dark”. Pianista acustico, tastierista elettronico, cantante, dj, improvvisatore, attivista politico e artista a tutto tondo, McDonas è costantemente in giro per il mondo e sempre assetato di nuove esperienze, dal free jazz alla post-classica, dal noise al punk,, dalla electro-dance alle colonne sonore cinematografiche e le sue poco ortodosse performance hanno ricevuto grandi elogi perfino dal leggendario guru del minimalismo Terry Riley. L’area classica è ben rappresentata dalle pagine di Ravel interpretate dalla giovanissima Carmen Sottile che già tre anni fa vinceva il primo premio del prestigioso Grand Prize Virtuoso International Competition, esibendosi anche alla Royal Albert Hall di Londra, dalla dedica a Prokofiev  e Shostakovich eseguita dalla giovane Silvia Vaglica e, unica eccezione all’esibizione in solo, dall’ormai affiatato duo costituito da Enza Vernuccio e Carmela Spatafora cui tocca di concludere il cartellone con un percorso nella storia della grande musica americana che va da George Gershwin a Leonard Bernstein. 

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