I fuochi d’artificio scoppiettavano fuori le finestre con le luci dei salotti con i tetti affrescati ben spente per non far disperdere l’atmosfera. Ad un tratto si sente citofonare: è l’Istat. Di corsa, tutti a rimettere a posto i giochi pirotecnici, arrivano i burberi statisti.
«Se nella prima fase e nei primi mesi di quest’anno stenteremo, ci sono tutti gli elementi per operare un riscatto e ripartire con il nostro entusiasmo soprattutto nel secondo semestre, lo dice anche il Fondo monetario», dice il premier Conte. «Abbiamo – aggiunge – un’economia che crescerà, dobbiamo lavorare insieme e progettare gli strumenti perché questa economia cresca in modo duraturo». Ma, ricorda Conte, «mi aspetto un’ulteriore contrazione del Pil nel quarto trimestre» 2018. Inoltre, «dire che consideriamo le imprese un nemico o un ingombro è quanto di più sbagliato possibile. Noi vogliamo rilanciare il settore produttivo: senza imprese dove andiamo?» prosegue, spiegando che «l’economia italiana continua a essere frenata da fattori strutturali, come la bassa produttività». Poi la solita giustificazione arriva poco copo, attraverso le fonti di governo che sottolineano: «La nostra manovra è entrata in vigore meno di un mese fa. Quindi i possibili dati negativi sono il frutto di politiche economiche scellerate degli anni passati e di dati congiunturali non favorevoli».