Il gioco era facile, utilizzavano il vero nome di un medico ma apponendo la firma e il timbro falsi. Così dodici persone, a Palermo, hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini.
Rischiano di essere processati a vario titolo per truffa, tentata o consumata, e falso. Alcune perché sarebbero riuscite a raggirare l’Inps e altre per avere solo provato a incassare l’indennità che spetta agli affetti dalla patologia. All’inizio del 1900 la tubercolosi era una piaga sociale tanto che furono previsti degli indennizzi per i lavoratori del settore privato che si ammalavano e per i loro familiari.
Tutto è nato dall’intuizione di un infettivologo del Policlinico che aveva una sua firma falsa nelle relazioni presentante all’Inps, da qui la denuncia e l’inizio delle indagini. A gestire quasi tutte le pratiche sarebbe stato un patronato della zona di Resuttana.
Achille Sammartano