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SS Catania Ragusa: entro febbraio l’approvazione del progetto per raddoppio delle corsie

L’hanno battezzata la strada della morte: poco più di 68,7 tortuosi chilometri ormai inadeguati e pericolosi. È la strada statale che collega Catania a Ragusa, un asse viario fondamentale per l’economia del Sud-Est della Sicilia, percorsa ogni giorno da una media di 120 tir provenienti dal mercato ortofrutticolo di Vittoria e dalle aree agricole del ragusano e diretti al Nord. Una strada che collega con i mercati le produzioni delle imprese dell’area industriale di Ragusa (una delle più importanti della Sicilia) ed è fondamentale per l’integrazione dell’aeroporto di Comiso con quello di Catania.Da 15 anni un comitato, composto da sindaci ma anche da cittadini e imprese, si batte per la modernizzazione di questa strada; dal 2007 si batte per la trasformazione dell’asse viario in autostrada a quattro corsie: un’opera che metterebbe in sicurezza l’intero percorso e ridurrebbe i tempi di percorrenza dagli attuali 60-90 minuti (a seconda della velocità del veicolo) a 42 minuti. La proposta di costruzione è stata formalizzata da Anas nel 2008. Da una previsione iniziale di spesa di 1,2 miliardi fatta dall’Anas si è arrivati oggi a un costo per la realizzazione di 808 milioni di cui 690 milioni di opere vere e proprie.La quota di finanziamento pubblico è di 367 milioni di cui 217 milioni di Fondi Ue e 150 milioni di fondi Anas. Nel passaggio tra il preliminare e il definitivo sono state fatte alcune modifiche che hanno consentito di ridurre del 25% i costi e contestualmente di intervenire con una riduzione del 27% delle tariffe.
Ma ogni volta che il progetto, presentato dalla Sarc srl di Torino che si è aggiudicata la gara per il project financing, sembra sul punto di arrivare al traguardo si presenta qualche intoppo: qualcuno lo ha definito un gioco dell’oca. Ed è per questo motivo, forse, che lo scetticismo ha avuto fin qui la meglio sull’ottimismo.
L’ultimo intoppo, se così si può dire, risale al 16 gennaio: il Cipe chiamato a deliberare sull’opera ha rinviato per dare modo al concessionario di rispondere ad alcuni rilievi della Ragioneria dello Stato. Chi era presente alla riunione racconta che è stato lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte a intervenire sul punto dando trenta giorni di tempo per chiudere la partita. Detto questo, secondo alcuni il prossimo Cipe che dovrebbe tenersi entro la fine di febbraio potrebbe essere quello giusto per arrivare all’approvazione del progetto. Ed è forse questo, oltre all’impegno del ministro per il Sud Barbara Lezzi e del ministro per le infrastrutture Danilo Toninelli, a indurre all’ottimismo. «Dovrebbe essere la volta buona – dice Sebastiano Gurrieri, sindaco di Chiaramonte Gulfi uno dei nove comuni interessati dall’autostrada tra cui Catania e Ragusa –. Il motivo principale di tanto ritardo è che la burocrazia ha avuto un ruolo fondamentale.

In Sicilia c’è l’abitudine per i politici ad agire come cavalieri solitari cosa che rende debole la politica e la burocrazia prende il sopravvento». Gli amministratori locali non nascondono l’urgenza di arrivare il prima possibile al via libera definitivo anche perché tra tempi tecnici, redazione del progetto esecutivo e realizzazione dell’opera saranno necessari poco più di quattro anni: «Noi sindaci – ha detto il sindaco di Catania Salvo Pogliese – abbiamo esposto in maniera ferma le priorità di programmazione e sviluppo e tra queste, far partire subito i lavori della grande infrastruttura stradale. Abbiamo rappresentato i tempi troppo lunghi intercorsi dalla presentazione del progetto, poiché solo ora finalmente siamo a un passo dal via libera definitivo che purtroppo ancora non è arrivato e che non può essere ancora rinviato a lungo. Rimaniamo in guardia anche se siamo tendenzialmente soddisfatti dell’atteggiamento propositivo del governo». In questo contesto ha fatto la propria parte anche la Regione siciliana: è del vicepresidente e assessore all’Economia Gaetano Armao la proposta alla società concessionaria di trasferire in Sicilia la sede legale per consentire alla Regione di destinare poi la quota di incassi delle imposte ai comuni interessati per utilizzare le somme per l’abbattimento delle tariffe per i mezzi leggeri in fasce stabilite del 35-50%.
Le imprese spingono affinché si faccia in fretta. C’è chi, come il presidente dell’Ance Sicilia Santo Cutrone, guarda alle ricadute non solo in termini di miglioramento delle infrastrutture ma anche come boccata d’ossigeno per un settore, l’edilizia, in crisi profonda: «È inutile dire che la Catania-Ragusa è un’opera strategica per tutta l’area iblea. I passi avanti fatti ci sembrano importanti anche perché i cantieri potranno aiutare l’intero sistema delle costruzioni». La verità, per gli imprenditori che ne hanno viste tante, è che lo scetticismo permane: «È una situazione paradossale – dice Leonardo Licitra, presidente di Sicindustria Ragusa – c’è stato e continua a esserci un rimbalzo di competenze”

Tra le principali opere sono comprese 19 gallerie, di cui 15 naturali e 4 artificiali, 25 viadotti, 20 tra cavalcavia e sottovia per gli attraversamenti dell’asse principale da parte della viabilità interferente e 13 svincoli a livelli sfalsati.

Fonte ILSOLE24ORE

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