venerdì, Aprile 19, 2024
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Mafia, scommesse ed estorsioni: tre arresti a Campobello. Coinvolto politico marsalese

08:10 – Tra gli indagati c’è anche un politico marsalese, per corruzione elettorale. Luppino e soprattutto Giorgi, infatti, in ossequio alle disposizioni impartite dal carcere da Franco Luppino, supportavano la candidatura alle elezioni regionali del politico locale, promettendo e somministrando generi alimentari in cambio della promessa di voto.

07:15 – I Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani, della Compagnia di Mazara del Vallo e del ROS hanno tratto in arresto, su disposizione della Procura della Repubblica -DDA- di Palermo: gli imprenditori Calogero Jonn Luppino campobellese di 39 anni, Salvatore Giorgi 60 enne (zio di Luppino), anch’egli di Campobello di Mazara e Francesco Catalanotto, castelvetranese gestore di un centro scommesse a Campobello di Mazara. Sono accusati di associazione mafiosa, estorsione e altro.
Le indagini dei Carabinieri coordinati dalla Procura della Repubblica – DDA- di Palermo hanno permesso di monitorare la rapidissima ascesa imprenditoriale di Calogero Luppino nel mondo delle scommesse e giochi on line. Ascesa favorita in tutto e per tutto dagli affiliati ai mandamenti mafiosi di Castelvetrano e Mazara del Vallo, che obbligavano i vari esercizi commerciali ad istallare i device delle società di Luppino e Giorgi, pena pesanti ritorsioni.
Dal canto suo Luppino, coadiuvato da Giorgi che gestiva la cassa dell’associazione mafiosa in questo settore imprenditoriale, si occupavano del sostentamento, relativo alle spese legali e alle altre necessità del boss detenuto Franco Luppino, nonché del finanziamento dei vertici delle famiglie mafiose di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo e Castelvetrano.
In particolare Francesco Catalanotto rappresentava l’anello di congiunzione operativo tra Luppino e la famiglia di Castelvetrano. Catalanotto infatti vantava una particolare vicinanza con Rosario Allegra, cognato del latitante Matteo MESSINA DENARO.
In corso anche un ingente sequestro beni (circa 5 milioni) nei confronti degli indagati.

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