sabato, Aprile 20, 2024
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Mafia e affari: confiscati 40 milioni al trapanese Amodeo

La DIA di Trapani ha notificato stamane il provvedimento di confisca dei beni all’imprenditore trapanese Giuseppe Amodeo, 64 anni, su disposizione della Corte d’Appello di Palermo, sezione V penale e misure di prevenzione.

I beni confiscati all’imprenditore con “le mani in pasta” nel settore turistico alberghiero oltre che nell’edilizia, ammontano a 40 milioni di euro. Fra i beni posseduti e confiscati ad Amodeo, i compendi aziendali e il relativo capitale sociale delle società della Amodeo Costruzioni, della Eat e Fly s.r.l, della Dedalo s.r.l., del Cange hotel s.r.l., della Società semplice AC di Francesca Impellizzeri, 159 immobili tra terreni e fabbricati sia ad uso abitativo che ricettivo, partecipazioni societarie, beni mobili registrati e disponibilità finanziarie. Amodeo, da anni, gestiva l’Esperidi Park Hotel di Castelvetrano, un albergo con sala ricevimenti, sito sulla strada che porta al parco archeologico di Selinunte. Amodeo era già stato accusato in passato di essere in affari con la mafia trapanese e considerato “uomo a disposizione” dei clan mafiosi dei mandamenti di Trapani e di Alcamo. Tanto per fare nomi, “amico” di Vincenzo Virga e Antonino Melodia, entrambi condannati all’ergastolo. Amodeo, nel luglio del 1998 venne arrestato con l’accusa di concorso in associazione mafiosa. Virga, secondo gli investigatori, sarebbe stato un socio segreto di Amodeo ma anche di altri imprenditori edili del trapanese. Un curriculum di tutto rispetto se si pensa che Amodeo è stato anche recentemente processato per truffa ai danni dello Stato e della Comunità europa, per aver percepito illecitamente finanziamenti pubblici per realizzare investimenti nel settore turistico. Amodeo, vent’anni fa, dopo patteggiamento, venne condannato a un anno e 4 mesi di reclusione per favoreggiamento reale e favoreggiamento personale continuato, con l’aggravate specifica di aver agevolato la commissione del reato mafioso.

Nel 2013, il direttore della Dia, propose di verificare la provenienza del patrimonio di Amodeo. In quel caso venne avanzata al Tribunale della Prevenzione del capoluogo trapanese la proposta di sequestro e confisca.

Il Tribunale di Trapani – Sezione Penale e Misure di Prevenzione ordinò il sequestro dell’intero patrimonio di Amodeo, ma al termine del procedimento, a giugno 2016, dispose la confisca di beni per un valore equivalente soltanto a due milioni di euro.

La Procura della Repubblica di Palermo ha deciso di presentare ricorso e la Corte d’Appello di Palermo – Sezione Quinta Penale e Misure di Prevenzione ha riformato il provvedimento di primo grado, ritenendo che la quasi totalità dell’ingente patrimonio era da correlare al periodo in cui l’uomo aveva avuto rapporti con la mafia. Stamane la notizia della maxi confisca per Giuseppe Amodeo.

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