giovedì, Marzo 28, 2024
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Nuovo scontro Governo – ONG: Alan Kurdi verso Lampedusa con 65 migranti

“Con 65 persone soccorse a bordo ci stiamo dirigendo verso Lampedusa. Non siamo intimiditi da un ministro dell’interno ma siamo diretti verso il più vicino porto sicuro. Si applica la legge del mare, anche quando qualche rappresentante di governo rifiuta di crederlo”. Così Sea Eye in un tweet, sulla rotta presa dalla nave Alan Kurdi dopo il salvataggio di ieri.

NUOVO SCONTRO GOVERNO-ONG – IL PUNTO

Il Viminale vuole che la nave Alex vada a Malta che si è detta disponibile, ma l’Ong Mediterranea rifiuta la destinazione. Un comportamento che, secondo il ministero dell’Interno è una “provocazione” e dimostra che l’organizzazione si preoccupa di ottenere “l’impunità”.

Il giorno dopo il salvataggio di 54 migranti – tredici dei quali sono stati portati già a terra – il veliero che li ha raccolti è fermo a sud di Lampedusa, in acque internazionali. La Valletta ha dato la sua disponibilità, ma come far giungere i migranti sull’isola? “Non siamo attrezzati a percorrere 100 miglia”, aveva detto la ong, prima di rifiutare. La Difesa ha messo a disposizione mezzi della Marina Militare per il trasbordo. Dal titolare del Viminale non è però arrivato il via libera. “E’ una questione di principio, non decidono loro dove sbarcare”, dicono al Viminale, che non vuole far riprendere il mare all’imbarcazione umanitaria dopo aver portato a termine la sua missione. L’obiettivo è il sequestro. Meglio se a La Valletta. Mentre in 13 (donne e bambini) sono stati evacuati nel pomeriggio dal veliero. Ed intanto, ecco un’altra ‘grana’: la Alan Kurdi, nave della tedesca Sea Eye, ha soccorso 65 persone al largo della Libia e si sta dirigendo verso nord. Salvini si è affrettato a scrivere al collega Horst Seehofer: “se ne occupi la Germania, non verranno in Italia”, il solito avviso.

Come già la Sea Watch qualche giorno fa, anche la Alex è così ferma al limite delle acque territoriali italiane, a sud di Lampedusa. Il veliero di 18 metri (con 11 persone di equipaggio) è adatto per crociere nelle isole del Mediterraneo, ma non ad ospitare per molti giorni una cinquantina di migranti (11 donne e 4 bambini) scampati dai centri di detenzione libici. La nave è stata raggiunta dai militari della Guardia di finanza che le hanno notificato il divieto d’ingresso nelle acque italiane firmato nella notte da Salvini e dai colleghi di Difesa e Trasporti. Il divieto, protesta Mediterranea, “è illegittimo perché non può applicarsi a una nave che ha effettuato una operazione di soccorso. E perché non può essere vietato a una bandiera italiana ingresso nelle acque del proprio Paese”.

Una via per uscire dall’impasse era arrivata da Malta – per anni ‘nemica’ dell’Italia sul dossier migranti, ma negli ultimi mesi diventata alleata – che aveva offerto di accogliere i 54 della Alex. In cambio, l’Italia avrebbe dovuto prendere 55 migranti attualmente sull’isola. “Un mercato indegno di esseri umani”, accusa Filippo Miraglia dell’Arci. Ma la disponibilità di Malta è rimasta per ora sulla carta. Nessuna nave – né italiana né maltese – si è fatta avanti. La Difesa ha informato il Viminale che la Marina è pronta a mandare un suo mezzo per il trasbordo dei naufraghi. Da Salvini non c’è però stato il via libera. Un altro capitolo del complicato rapporto tra i due alleati di governo, tanto che il vicepremier Luigi Di Maio, pur accusando Mediterranea di “fare lo show sulla pelle dei disperati”, non risparmia una frecciata al collega: “non ci si può occupare dei migranti – osserva – solo quando fanno notizia, qui ci sono 54 persone su una barca e ne sono sbarcate 300 nell’ultimo mese. Dobbiamo lavorare sempre a difendere i confini e non solo quando ci sono le ong”. Il ministro dell’Interno, da parte sua, tiene il punto: “Alex – è l’invito del Viminale – si diriga verso Malta, l’Italia è pronta ad offrire collaborazione per il trasbordo degli immigrati a patto che attracchi a La Valletta per le verifiche di legge”. In sostanza, l’ultima offerta alla Alex era quella di affiancarle una nave militare italiana che potrebbe prendere a bordo una parte dei 41 e poi ‘scortarla’ in sicurezza verso Malta. Un’offerta però rispedita al mittente. La Valletta ha una legislazione più dura sugli interventi delle navi umanitarie. Lo stallo, dunque, continua. Sul veliero, informa la ong, è stata “una giornata interminabile”.

Col sole a picco, le coperte termiche sono state legate sopra il ponte per fare un po’ d’ombra. Dopo la visita dei medici a bordo, in 13 sono stati evacuati da una motovedetta della Guardia costiera a Lampedusa: donne (3 incinte), bimbi (tra loro anche la piccola Jasmine, di soli 2 anni), famiglie intere. Ed in navigazione dalle acque sar libiche verso quelle territoriali di Italia o Malta c’è ora la Alan Kurdi, con 65 migranti salvati su un gommone in difficoltà. Salvini ha subito scritto al collega tedesco Seehofer: provveda la Germania a farli sbarcare, ma non in Italia, “neppure ai fini di una prima accoglienza, in vista di una successiva, ipotetica operazione di redistribuzione delle persone a bordo verso altri Stati”.

fonte: Ansa

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