giovedì, Aprile 18, 2024
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Cefalù, inaugurazione mostra “Sicilia, il Grand Tour” di Fabrice Moreau

“Sicilia, il Grand Tour”, la collezione di acquerelli realizzata dal grande maestro Fabrice Moreau, su commissione della Fondazione Tommaso Dragotto, arriverà in Sicilia occidentale nella maestosa sala espositiva del Comune di Cefalù (Piazza Duomo): l’ottagono di Santa Caterina. L’inaugurazione è prevista il prossimo 19 luglio alle h. 18.30 alla presenza
degli amministratori locali, del Sindaco di Cefalù, del Presidente Dragotto e di altre istituzioni.

Illustri viaggiatori hanno offerto il proprio sguardo per raccontare la Sicilia al mondo intero, superarono mille difficoltà per scoprire paesaggi disegnati dalla natura e rileggere ciò che l’antichità e l’arte avevano consolidato in monumenti d’immenso valore.
Nelle loro parole la Sicilia fu il luogo della definitiva crescita conoscitiva ed emozionale. Nasceva il “Grand Tour” e Goethe ne era il massimo profeta.
A distanza di quasi due secoli e mezzo da quel tempo, l’Isola rivive un nuovo “Grand Tour” affidato ai pennelli e alle matite di uno dei più grandi acquarellisti del nostro secolo, Fabrice Moreau.

“ Cefalù è una città turistica che vuole valorizzare sempre più la sua naturale vocazione di città d’arte e di cultura – sostiene il Sindaco, Rosario Lapunzina. Iniziative come questa, resa possibile in virtù della collaborazione con la Fondazione Dragotto, contribuiscono ad attrarre un
target di turismo attento agli aspetti culturali, grazie al quale innescare processi di miglioramento dell’offerta e progressiva destagionalizzazione dei flussi”.

“Portare la collezione Sicilia, il Grand Tour a Cefalù, cittadina rinomata nel mondo e sede del patrimonio Unesco, è un modo per rendere omaggio alla nostra Terra” – dichiara il Presidente Tommaso Dragotto, e continua: “ho voluto realizzare questa collezione di straordinari dipinti per promuovere la Sicilia, isola di impareggiabile bellezza, diffondendone il suo patrimonio storico, artistico e attrattivo, recuperando e riattualizzando quell’educazione al bello propria di fine Ottocento.”

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