venerdì, Aprile 19, 2024
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Sea Watch, Carola Rackete interrogata di nuovo ad Agrigento: “Ho spiegato tutto”

E’ arrivata a piedi, maglia lunga nera di cotone e pantalone nero, accompagnata dai suoi legali e, senza parlare con nessuno, è salita al quinto piano del Tribunale di Agrigento dove l’attendeva il Procuratore aggiunto Salvatore Vella per interrogarla. E’ il giorno di Carola Rackete, la giovane comandante della nave Sea watch, indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per disobbedienza a nave da guerra. Un interrogatorio durato poco meno di quattro ore, in cui Carola Rackete, grazie a un interprete di inglese, ha raccontato ai magistrati della Procura quanto accaduto quel 12 giugno, quando varcò le acque territoriali disobbedendo al divieto della Guardia di Finanza. questa è solo una tranche dell’inchiesta a suo carico. L’altra riguarda le accuse più pesanti che le sono costate anche l’arresto, per violenza a nave da guerra e tentato naufragio. Poco prima delle 14, quando esce dalla Procura di Agrigento, si ferma per pochi minuti con le decine di giornalisti arrivati da tutto il mondo. “Sono stata molto contenta di avere avuto l’opportunità di spiegare tutti i dettagli del salvataggio del 12 giugno”, dice in inglese. E subito dopo tira in ballo l’Europa: “Spero che la Commissione europea, dopo l’elezione del nuovo Parlamento, faccia il meglio possibile per evitare queste situazioni e che tutti i Paesi accettino le persone salvate dalle flotte di navi civili”. Subito dopo, in tedesco, aggiunge: “Abbiamo migliaia di profughi che vanno evacuati da un paese in guerra”. E ribadisce: “Mi aspetto dalla commissione europea che trovi al più presto un accordo per dividere i profughi tra i paesi europei”. Dalla Procura filtra solo che “è stato un incontro sereno al quale seguiranno tutte le valutazioni del caso”. Carola è accompagnata dagli avvocati Leonardo Marino e Alessandro Gamberini. E’ quest’ultimo a dire: “Che il clima di odio ci sia e che venga alimentato da dichiarazioni irresponsabili, aggressive e false come ha fatto il ministro Salvini sui social è pacifico”. “Se uno le fa al bar, si dice che è un irresponsabile, ma se le fa un uomo che ha una responsabilità istituzionale, capite bene che il peso specifico che ha questa dichiarazione è ben altro – dice – E noi riteniamo abbia una valenza istigatoria, perché crea come un grosso macigno nell’acqua grandi onde intorno a se”. Poi, sull’interrogatorio, aggiunge: “Il pm ha chiesto i chiarimenti del caso e noi abbiamo prodotto i documenti necessari. E’ una vicenda chiara”. “E’ giusto che ci sia una indagine”, dice. “Si è parlato del momento del soccorso e del passaggio della nave nelle acque territoriali – spiega – la Nave si trovava in stato di necessità”.

Adnkronos

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