Il Consiglio Comune di Marsala ha approvato ieri una mozione, presentata dal consigliere Letizia Arcara, per l’esposizione del Crocifisso nell’aula consiliare del Comune di Marsala.
La mozione ha avviato una sentita discussione in aula tra i consiglieri favorevoli e quelli contrari ma è comunque passata con un consistente numero di voti: 13 infatti quelli favorevoli, 4 i contrari e 5 i consiglieri astenuti.
“Non è il momento per una disquisizione di natura storica né sul concetto di laicità dello Stato. – ha esordito l’Arcara che nel corso del suo intervento ha poi puntato principalmente su due aspetti: da un lato, ha parlato di una reazione nei confronti di chi, a livello nazionale, vuole togliere il Crocifisso alla pubblica esposizione e, dall’altro, ha insistito sull’aspetto simbolico e culturale del Crocifisso.
La mozione dell’Arcara parte da due pronunciamenti: uno del 1988 della Corte Costituzionale e uno del 2006 della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Straburgo che hanno decretato la compatibilità tra esposizione del simbolo e laicità dello Stato.
“Non è una provocazione. – ha spiegato – Il Crocifisso simboleggia principi universali di fratellanza, rispetto per la persona, amore, giustizia. Al tempo stesso, esprime la nostra identità storica e culturale. L’Europa – ha detto Arcara – è storicamente figlia del Cristianesimo”.
Secondo l’Arcara, l’esposizione del Crocifisso non lede i diritti di nessuno. “Sono convinta – ha spiegato – che il rispetto dei nostri simboli, della nostra storia e della nostra tradizione ci porti a rispettare anche i simboli degli altri. Non dobbiamo però rinnegare la nostra provenienza”
“Mettendo da parte l’ambito di fede – dice l’Arcara – il Crocifisso esprime quei valori a cui anche al nostra condotta di deve ispirare: giustizia, rispetto delle persone, giustizia”.
Dopo la relazione dell’Arcara, sono intervenuti Luana Alagna, Linda Licari, Federica Meo, Aldo Rodriquez e Calogero Ferreri che hanno tutti espresso il proprio parere negativo affermando che la mozione nascesse prevalentemente da motivazioni di natura politica e da un tentativo di strumentalizzazione di un simbolo religioso.
Alagna ha detto che “questa strumentalizzazione tradisce il messaggio evangelico di Cristo”
Alcuni, come la Meo, hanno sottolineato l’aspetto privato della religione e l’impossibilità di distinguere l’aspetto religioso e quello culturale.
Il Consigliere Coppola è invece intervenuto a sostegno della mozione sottolineando che non vede in quest’atto alcuna strumentalizzazione.
Ginetta Ingrassia ha poi fatto riferimento alle stesse lapidi che adornano la sala consiliare. “Questa è l’aula dove quello che siamo e che siamo stati è evidente: Carducci, Garibaldi, i caduti nella grande guerra. Il simbolo del Crocifisso – ha aggiunto Ingrassia – simboleggia l’universale sofferenza ma al contempo è comunque il simbolo di una religione.
Dopo un breve botta e risposta tra Arcara e Ingrassia, con il richiamo ad alcuni fatti storici, si è passato alla votazione.
La discussione tuttavia è proseguita anche dopo.
Arcara ha poi chiesto anche il prelievo del punto 28 all’ordine del giorno relativo alle iniziative a favore dei minori in affido. Arcara ha espresso il timore che le famiglie che hanno problemi non parlino per paura che gli vengano sottratti i figli e che quindi tengono nascoste le criticità.
L’affido temporaneo dovrebbe durare 2 anni. “Trascorso questo periodo – ha spiegato Arcara – il minore dovrebbe tornare nel nucleo familiare ma questo non sempre avviene. Dei 50 mila bambini dati in affido, solo il 10% rientra in famiglia”
Dopo l’intervento di alcuni consiglieri, il vice Presidente ha sospeso l’atto deliberativo affinché esso possa essere integrato e rivisto e poi ripresentato in aula in maniera più completa per essere votato.
Tra le altre cose, si è parlato della possibile istituzione della figura del garante dell’infanzia.