Le festività natalizie, com’è noto, sono il periodo dell’anno più importante per il consumo dei vini spumanti e ci si chiede, in un Paese come il nostro che ancora deve lavorare in questo settore, come sia andato il prodotto nelle case degli italiani.
A tal proposito dal 1991 l’Osservatorio Spumanti d’Italia prova a registrare i dati economici per monitorare il mercato. Sebbene le festività siano finite da appena un giorno, è possibile dire che le previsioni per le giornate festive dovrebbero far registrare un aumento rispetto alle festività del 2018-2019. Una media di poco più di 2,5 milioni di bottiglie al giorno. Per la sola serata di fine annosi parla di 44-48milioni di bottiglie, altre due concentrazioni per Natale e per Epifania. In termini di tipologia di consumo grandi differenze: tradizione per Natale con più vini dolci e dry, per Epifania più vini Rosè anche ancora molto pochi rispetto ad altri paese, mentre una festa di capodanno con più vini secchi e brut. In totale circa 77 milioni le bottiglie made in Italy stappate per un valore alla produzione di circa 280 milioni di euro a fronte di una spesa degli italiani di 630 milioni di euro. Rispetto all’anno precedente Ovse rileva una crescita dei consumi nazionali del 3,3% (2,4 mio/bott in più), secondo anno consecutivo, dopo un lustro ad andamento piatto. A fronte di un quasi stazionare valore unitario in cantina all’origine si riscontra un incremento di prezzo medio sul mercato del 4,4%.
Per ciò che riguarda le tipologie più apprezzate dagli italiani, non vanno molto bene i Rosè mentre crescono i biologici certificati, i brut e i dolci; fattore importante è il legame tra il prodotto e la cantina che lo produce. I giovani sono i coloro i quali apprezzano meno le bollicine mentre si registra un consumo consistente nella terza età.
Achille Sammartano