mercoledì, Aprile 24, 2024
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Rifiuti, Figuccia: “Dalla Sicilia 78 Tir al giorno verso l’estero”

E io pago! Più che l’epilogo cinematografico di episodi che hanno dell’assurdo, l’aforisma in questione è il grido dei siciliani che continuano ad essere sobbarcati da un sistema-rifiuti salato e ammorbante. Due recenti rapporti dell’Istituto Ref, infatti, hanno illustrato una sintesi preoccupante del sistema di trasporto e smaltimento dei rifiuti nella nostra Regione – a renderlo noto è Vincenzo Figuccia, deputato dell’Udc all’Ars e leader del Movimento Cambiamo la Sicilia che prosegue – l’assenza di impiantistica con 700 mila tonnellate all’anno da smaltire in deficit, sovraccarica le discariche, foraggia l’esportazione all’estero, facendo crescere l’inquinamento e i costi già di per sé insostenibili. A ciò si aggiunge il fenomeno per il quale interessarsi al perverso ciclo dei rifiuti, come descrive l’ultimo rapporto della Direzione Investigativa Antimafia, relativo al primo semestre del 2019, sono appunto le organizzazioni criminali: “in questa Regione – si legge – l’infiltrazione nel settore dei rifiuti si realizza ancora oggi in vari modi: nella maggioranza dei casi, attraverso il diretto affidamento, da parte degli Enti locali, dei servizi di raccolta, trasporto, trattamento e conferimento a ditte e società riconducibili alla criminalità organizzata. Secondo lo studio, ogni giorno, per compensare la situazione complessivamente deficitaria di una Regione che non ha impianti adeguanti e soprattutto sufficienti per smaltire le quantità prodotte, ci sono 78 TIR che trasportano montagne di rifiuti dalla Sicilia verso altre regioni o all’estero.

Senza impianti adeguati, e con le discariche che strabordano di rifiuti, la Sicilia è una di quelle regioni che ricorre maggiormente al trasporto fuori dai confini regionali continuando a mantenere un sistema dove lo smaltimento in discarica è gonfio al 73% e la raccolta differenziata ferma al 22%. C’è una logica, purtroppo, in questo caos: laddove le cose vanno male, a farne le spese sono sempre i cittadini. Non è un caso che le tre realtà che hanno fatto registrare il maggior deficit impiantistico a livello regionale, sono anche quelle che si piazzano in cima alla graduatoria del costo del servizio. Secondo la stima effettuata da Ref, in Sicilia una famiglia di tre componenti, con un immobile da 108 mq, nel 2019 avrà pagato 382 euro.

Non è tollerabile – conclude – che si continui a fare peggio di tutti e che soprattutto, si continuino ad avvelenare i siciliani con impianti di smaltimento del dopoguerra, vere e proprie bombe ecologiche e ricettacolo di gravi patologie”. 

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