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Il post-emergenza: le proposte di Cateno De Luca per il rilancio

Tra le figure che più hanno segnato in questi giorni le vicende siciliane c’è stato il Sindaco di Messina, Cateno De Luca che, per la posizione strategica della sua città, si è trovato inevitabilmente in prima linea nel controllo degli spostamenti da e per la Sicilia.

Sindaco, in questi giorni di emergenza, alcuni hanno apprezzato le sue esternazioni e altri un po’ meno. Le è sembrato ci sia stato una sorta di accanimento?

C’è stata una dimensione mediatica che non avevo messo in programma e che, in questi giorni, mi ha travolto. Già da prima di questa emergenza, ero solito pubblicare quotidianamente sulla mia pagina facebook  l’agenda giornaliera del Sindaco in modo che tutti i cittadini fossero in ogni momento consapevoli delle attività da svolgere ma anche delle risultanze.

La pagina è un momento di condivisione dell’amministrazione con la comunità che così vive insieme all’amministrazione le sconfitte e le vittorie, i momenti principali dell’amministrazione. In tal modo, non arriva impreparata quando dovrà valutare l’operato dell’amministrazione. Così ho affrontato anche le battaglie che abbiamo dovuto sostenere in questo periodo. C’è la guerra contro il coronavirus ma c’è anche quella contro la mala-burocrazia e della mala-politica. Ecco che mi sono trovato all’improvviso, quando sono stato costretto ad avviare una vera crociata sugli accessi indiscriminati dallo stretto di Messina, ad una notevole esposizione mediatica su fatti specifici, amministrativi. Non era certo quello il mio fine. Ho usato questi mezzi per denunciare i fatti dello stretto di Messina. Sono stato attaccato e ho attaccato. Non sono un guerrafondaio ma noi sindaci non siamo da meno di altre figure istituzionali. Bisogna avere un rispetto reciproco che non c’è stato. Da primi di marzo al 22 di marzo si è proceduto con riunioni istituzionali, lettere, incontri ma, nel momento in cui le istituzioni si mostrano sorde, non mi fermo, soprattutto quando c’è in ballo la vita delle persone. Il controllo di chi arriva e chi va e soprattutto la necessità di capire dove vanno è fondamentale in questo momento. Non dico che i nostri fratelli siciliani non devono tornare ma devono farlo a certe condizioni. Noi avevamo proposto un sistema di prenotazione preventiva nel quale bisognava indicare  chi viene, dove andrà e perché. L’abbiamo fatto  grazie ad un’azienda americana che ci ha regalato un sistema di banca dati. Dal 24 marzo questa banca data è stata condivisa da tutte le istituzioni locali. Il 28 marzo abbiamo finito le riunioni e mandato tutto a chi di dovere. Com’è finita? Nel nulla. Ho aspettato ancora un’altra settimana. Poi l’8 aprile ho fatto un’ordinanza. E’ durata solo un giorno ma in quel solo giorno siamo stati in condizione di dire chi era entrato ma soprattutto di avvertire i rispettivi sindaci di chi stava arrivando.

Tra Burocrazia lenta ed Istituzioni sorde intervistiamo il Sindaco di Messina: Cateno De Luca

Tra Burocrazia lenta ed Istituzioni sorde intervistiamo il Sindaco di Messina: Cateno De Luca

Pubblicato da Sicilia Oggi Notizie su Venerdì 17 aprile 2020

In questi giorni tanti annunci sono stati fatti proprio sui social. Tra l’altro, la prima ondata di esodo dal Nord è nata proprio a seguito di notizie diffuse sul web

Sono stati fatti annunci prima che ci fossero i documenti. E’ vergognoso anche l’annuncio di 100milioni di aiuti alle famiglie. Nella realtà ne sono stati mandati solo il 30% ed sono stati resi operativi 3 giorni fa. La mia solidarietà va ai miei colleghi Sindaci perché è difficile agire così.

Io sono stato caparbio, mi sono preso la responsabilità. La gente sa che ai Sindaci sono arrivati i soldi ma non è vero. I Sindaci rischiano di diventare così carne da macello.

Nella finanziaria che sta preparando la Regione c’è altro che non la convince?

Non c’è scritto da dove si prendono i soldi né le tempistiche. Di tutte le misure elencate, le coperture finanziarie non sono indicate. Ma soprattutto manca un’idea strategica. Come si fa allora a rilanciare il sistema? Il nostro sistema economico è fatto di piccole realtà. Dobbiamo tornare alla nostre origini produttive: turismo e agroalimentare. Io lancerei un’operazione del tipo “ti ospito in Sicilia gratis ”. Al posto del Governo siciliano, comprerei tutte le camere di alberghi e strutture di vario tipo per offrirle gratuitamente. Chi viene in Sicilia, inevitabilmente porterebbe un indotto. Farei anche un accordo con i vettori per abbattere i costi. E’ una strategia: vendo quello che ho. In questa finanziaria non vedo strategia. Non vedo nulla sul turismo, che poi trascina la ristorazione e tutto il resto dell’indotto. Presenterò il mio modello di rilancio e proporremo emendamenti attraverso i nostri deputati. Il Coronavirus sta portato molti danni soprattutto nel rapporto con il parlamento e con i Sindaci.

Gli imprenditori, soprattutto le partite iva, non si sentono rappresentate…

Credo sia inutile adottare la logica della mancia di Stato, di provvidenze frazionate. Avrei fatto una cosa molto semplice: avrei sospeso il pagamento delle bollette di luce e gas per tutta Italia e di tutte le locazioni. Con questo tipo di operazione avrei evitato comunque che i costi fissi di gestione gravassero su attività chiuse. Non ci sarebbe stato bisogno di fare domande né di passare attraverso l’Inps. Ritengo preferibile che si elimini il prelievo piuttosto che versare un quota che poi non basta a pagare quanto si deve.

Come amministrazione come vi state muovendo?

Dovremmo mettere 20 milioni di euro per la strategia “Mi fido di te” che abbiamo suggerito anche al Governo che interviene sugli affitti e mutui aziendali ma anche iniziative di promozione del territorio. Se il governo non vorrà mettere in atto la misura “ti ospito gratis in Sicilia”, noi la faremo a Messina. Bisogna mettere i soldi, tagliando i sprechi, abbiamo la liquidità di 100milioni di euro in cassa. In questi anni, abbiamo fatto un lavoro enorme in Consiglio Comunale che ci ha permesso di mettere da parte una liquidità che ora possiamo spendere. Nel giro di 10 giorni avremo un pacchetto pronto per la post-emergenza.

Come vi state organizzando per la cosiddetta “Fase 2”?

Devo ringraziare la città perché hanno condiviso l’ordine, detto in tutti i modi, di stare a casa. Alcuni hanno definito i miei modi goliardici ma poi certe iniziative sono state copiate. Il risultato è stato ottenuto e sono orgoglioso della mia comunità. Io non ho aperto nessuna attività. Aspettiamo altri 15 giorni. Dal 10 marzo portiamo pasti e beni alimentari a casa di chi ha bisogno, prima che arrivassero i contributi di Regione e Stato. Non ci sono problemi di sopravvivenza. Da una settimana è partita la Messina Social Card che ha già portato a 3 milioni di contributi dati al 7,30% dei nuclei familiari della città. I tributi locali sono sospesi. Chiedo questo sacrificio per qualche altro giorno per aprire poi più velocemente.

Ai Governi cosa vorrebbe dire?

Siamo stanchi delle finzioni politiche, siamo stanchi di vivere una quotidianità scollata dalle dinamiche di chi sta sopra le nostre teste. Abbiamo bisogno di governati che abbiano realmente una visione chiara dell’amministrazione e soprattutto siano pronti a scontrasi con uno dei mali peggiori: la burocrazia, lacci e lacciuoli creati per fare in modo che nessuno risponda degli errori. Dobbiamo partire dal territorio e spaccare questa logica, creare le condizioni per una democrazia vissuta con la quotidianità.

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