venerdì, Marzo 29, 2024
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Movimento 24 Agosto per l’equità territoriale: “Il Sud tagliato fuori dagli aiuti alle imprese. La Regione si ribelli”

“È incredibile: anche in un momento di emergenza come quello che stiamo vivendo, il Governo nazionale riesce a fregare il Sud tagliandolo fuori dagli aiuti all’economia”. Lo dice Franco Calderone, responsabile siciliano del Movimento per l’equità territoriale, movimento fondato dal giornalista e scrittore meridionalista, Pino Aprile.

“Non solo l’esecutivo Conte sta ignorando gli appelli degli economisti meridionalisti che lo esortano a puntare sul Sud per risollevare le sorti dell’Italia, risolvendo, una volta e per tutte, la questione meridionale e rendendo l’Italia coesa,  ma sta anche beffando le imprese del Mezzogiorno con il decreto liquidità che è solo una farsa. Di fatto – osserva Calderone – il finanziamento di 25mila euro è riservato solo a chi aveva un fatturato di 100 mila euro. E quanti sono quei piccoli imprenditori meridionali che avevano raggiunto questa cifra nel 2019? Non solo. Le imprese in sofferenza con banche e fornitori non potranno ricevere alcuna garanzia. Per essere chiari: se non si è riusciti a pagare una rata del finanziamento ottenuto dalla banca, il dl liquidità ti taglia fuori. E quante sono quelle imprese meridionali che non hanno avuto qualche difficoltà, qualche inadempienza, e per questo risultano segnalati al Crif ? Veniamo da un periodo di crisi, non dall’eta dell’oro”.

“Viene inoltre attribuito – prosegue Calderone- un grande potere discrezionale alle banche che continueranno a fare quello che hanno sempre fatto, ovvero tenere i cordoni della borsa ben stretti per le aziende colpite dalla crisi. Insomma, ad occhio e croce, il Governo Conte sta scegliendo di aiutare le imprese più forti, che, vedi caso, sono nella maggior parti dei casi, al Nord. Sarà rimasto affascinato dalle sirene di Confindustria che da sempre protegge solo gli interessi delle imprese settentrionali”?

“Chiediamo, ancora una volta, al governo siciliano, – chiosa l’esponente del Movimento per l’equità territoriale – di farsi portavoce degli interessi del territorio denunciando l’ennesimo atto di politica economica discriminatoria, di pretendere che le imprese siciliane non siano sacrificate, ancora una volta, da uno Stato che evidentemente non ci considera parte integrante del Paese. Se così è, Musumeci ne tragga le conseguenze e faccia valere le prerogative del nostro Statuto che è legge costituzionale e, in quanto tale, non ha bisogno del permesso di un governo pro tempore per essere applicato. Mi riferisco, in particolare, alla teritorializzazione delle imposte e alla fiscalità di vantaggio”.

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