giovedì, Marzo 28, 2024
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Smart working alla Regione, Siad-Cisal: “Musumeci vuole tutti al lavoro? Prima la sicurezza”

“Apprendiamo dalla stampa di una lettera che
il presidente Musumeci avrebbe scritto all’assessore alle Autonomie
locali, Bernardette Grasso, per chiedere l’immediato rientro in
ufficio di almeno il 50% dei dipendenti della Regione siciliana, a
causa di ‘disservizi e ritardi intollerabili’. Una richiesta
condivisibile, ma solo se prima saranno garantite le misure necessarie
a tutelare la salute dei lavoratori e dei cittadini in tutti gli
uffici, da quelli centrali ai più periferici: guanti, mascherine, gel,
sanificazioni, barriere, distanze fra postazioni e sistemi di
prenotazione per l’utenza, oltre alla pulizia dei sistemi di
climatizzazione. Attendiamo anche che l’Aran Sicilia si decida
finalmente a regolare lo smart working, così come sta facendo l’Aran
nazionale”. Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del
sindacato Siad-Cisal.

“Ricordiamo a tutti – dicono Badagliacca e Lo Curto – che il ricorso
allo smart working non è stato il capriccio di qualche direttore
generale, ma un obbligo imposto dal Governo nazionale per preservare
la salute di tutti gli italiani nel bel mezzo di una pandemia che ha
provocato migliaia di vittime. Il rientro alla normalità è doveroso,
ma ancor prima lo sono il rispetto delle regole e la tutela della
salute: ci auguriamo che Musumeci abbia la certezza che in tutti gli
uffici regionali, dai più grandi ai più piccoli, siano state eseguite
le sanificazioni e distribuiti i dispositivi di protezione
individuale, perché a noi invece non risulta. Per non parlare del
fatto che le distanze sociali hanno ridotto gli spazi: gli assessorati
hanno stanze così grandi da accogliere tutti i dipendenti e non solo
il 50%?”.

“Le norme nazionali prevedono inoltre garanzie precise per disabili,
fasce deboli e genitori – concludono i due sindacalisti – Chiediamo
all’assessore Grasso la convocazione di un incontro per studiare un
protocollo ad hoc che garantisca non solo le percentuali, ma anche il
rispetto delle leggi di garanzia vigenti”.

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