venerdì, Aprile 26, 2024
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Crisi degli studi legali,Fp Cgil e Uilpa rispondono alle proteste degli avvocati: “le esigenze legate alla sicurezza continuano ad avere la priorita’”

“L’attuale condizione di disagio economico e professionale dell’avvocatura palermitana e, più in generale, siciliana, non ci lascia di certo indifferenti, tuttavia riteniamo che pure in questa fase di progressivo allentamento del lockdown la sicurezza debba continuare a rappresentare la priorità assoluta, anche negli ambienti giudiziari”: con queste parole,  Anna Maria Tirreno, componente della segreteria provinciale della Fp Cgil e  Alfonso Farruggia, segretario generale della Uilpa di Palermo, intervengono a seguito del grido d’allarme lanciato dall’Organismo congressuale forense in tutta Italia.
 Secondo i dati disponibili, a Palermo il 60% degli avvocati avrebbe fatto richiesta del bonus previsto per i professionisti durante il periodo di emergenza epidemiologica.
 “Le cifre parlano di circa 3 mila istanze su 5.400 professionisti iscritti all’Albo – dichiarano Tirreno e Farruggia – e di certo si tratta di numeri che suscitano riflessioni sulla situazione problematica di tanti avvocati, spesso giovani e con una carriera non ancora consolidata:  i sindacati non possono che manifestare piena solidarietà a chi tutela i cittadini ed è in prima fila per l’affermazione della legalità, ma la difesa della salute della collettività, che ingloba gli stessi avvocati, impone l’individuazione di soluzioni capaci di coniugare tutte le istanze”.
A tal proposito, le due sigle sindacali tornano sulla proposta di celebrare i processi in videoconferenza, in linea con le direttive previste dalla modalità organizzativa del lavoro agile.
Una possibilità che, tuttavia, ha trovato poco disponibili gli stessi avvocati e sulla quale sia la Fp Cgil  che la Uilpa invitano invece a riflettere.
E, in merito alle considerazioni di  Giovanni Immordino , presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Palermo, riguardanti “l’impossibilità di condannare un imputato a trent’anni senza guardare negli occhi i giurati” , le due sigle replicano chiedendo chiarimenti.
“Una frase incomprensibile – affermano Tirreno e Farruggia – poiché abbiamo sempre sostenuto che i processi indifferibili andavano comunque celebrati, seppure da remoto: ne ha convenuto anche la stessa amministrazione”.
All’orizzonte, intanto, si preannunciano nuovi disagi strettamente collegati alla mole di lavoro che i dipendenti del comparto Giustizia stanno affrontando e continueranno, presumibilmente, ad affrontare nel futuro prossimo venturo proprio a causa del rinvio di oltre 10 mila processi penali.
  “Pertanto, sia nell’ interesse degli avvocati che del personale amministrativo – sottolineano i due esponenti sindacali – riteniamo che sia giunto il momento di sederci attorno a un tavolo e raggiungere una convergenza che sia la sintesi di istanze diverse”.
 Rimane ferma la posizione dei sindacati sullo smart working : occorre, al netto dei ruoli indifferibili, mantenerlo non solo fino alla fine dell’emergenza sanitaria ma regolamentarlo anche oltre, garantendone la continuità  in considerazione degli ottimi risultati ottenuti e del risparmio a beneficio dell’amministrazione.
I sindacati, inoltre, sottolineano che, in occasione della Fase 2, il 50%  circa del personale è tornato in sede a seguito dei vari protocolli d’intesa stipulati con i vertici degli uffici giudiziari di Palermo.
Il tutto, malgrado le condizioni non ottimali degli ambienti di lavoro dove gli impianti di condizionamento a ricircolo rappresentano l’80 % dei dispositivi : la loro accensione è vietata proprio a causa delle loro caratteristiche che, secondo gli esperti, favorirebbero la trasmissione del Covid 19.
Una situazione insostenibile, anche alle luce delle temperature tradizionalmente torride tipiche dell’estate palermitana, che, secondo i sindacati, dovrebbe rafforzare l’orientamento allo smart working ancora per i mesi a venire.
 “Non ha senso parlare di immobilismo o di blocco della macchina giudiziaria – affermano – come è stato erroneamente affermato dal presidente Giovanni Immordino, in quanto sin dall’inizio del lockdown, i tribunali e gli uffici , organizzati nella forma dei presidi, sono comunque rimasti aperti garantendo l’essenzialità dei servizi”.

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