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Teatro, a Segesta la prima nazionale per la “Medea” di Cristina Borgogni

Debutta al Teatro antico di Segesta, in prima nazionale, martedì 11 agosto, alle ore 19.45, con replica il 12 alla stessa ora, la Medea diretta e interpretata da Cristina Borgogni.

Lo spettacolo, una produzione del Centro Teatrale Meridionale (C.T.M.), vede in scena anche Paolo Lorimer, Domenico Pantano, Simone Coppo e Ludovica Di Donato.

Medea è una donna forte e selvaggia, amante tradita, esule infelice e perseguitata, vittima e carnefice della brutalità e della ferocia dei maschi. 

Ma è anche parte integrante di un nucleo familiare: è lei stessa famiglia. 

Il punto di partenza su cui ha lavorato Cristina Borgogni per realizzare lo spettacolo è il mito trattato trasversalmente in tutte le epoche da molteplici drammaturghi, primo fra tutti Euripide – che la mise in scena nel 431 a.C. – per  giungere ad Apollonio Rodio con le sue Le Argonautiche.

«Il nostro testo – si legge nelle note di regia – partendo da queste radici elabora, trasversalmente nei secoli, tutto il mito di Medea da Euripide in poi, per ricavarne una drammaturgia in cui la sua figura è globalmente affrontata, con un solo punto di vista che lega tutti gli scritti presenti: la famiglia. Nella nostra lettura, infatti, è la famiglia l’elemento centrale della storia, un nucleo che custodisce all’interno di se stesso desideri, paure, dolori, sogni, emozioni. E in questo susseguirsi di sentimenti il mito si rinnova. In questo rinnovarsi – conclude la Borgogni – anche Giasone riesce a raccontarci il suo punto di vista».  

Le varie incursioni operate dentro al mito servono a coniugare le varie sfaccettature della donna, amante e maga, intraprendente e audace, realizzando un personaggio dai molteplici volti.

Queste oscillazioni, che vanno anche dentro e al di fuori del tempo, rendono la tragedia familiare vicinissima al tempo presente.

Donna tra le donne Medea è testimone del proprio dramma e “denuncia la sua condizione di abbandono, in un contesto che non offre altre risorse, che restituisce alla solitudine e alla disperazione il suo essere straniera, lontana dalla patria, priva di parenti, di protezione e di difesa”. 

Un racconto che restituisce la verità di una donna e di una madre, Medea, che entra di diritto tra le “madri assassine” che uccidono i loro figli per meglio annientare il marito, distruggendo di riflesso anche se stesse.

Nel rispetto delle norme per prevenire la diffusione del Covid-19 il distanziamento verrà rispettato con apposite segnalazioni dei posti da non occupare.

Il costo dei biglietti varia a seconda dei pacchetti scelti o delle riduzioni previste; tutte le informazioni sono disponibili sul sitowww.dionisiache.it.

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