mercoledì, Aprile 24, 2024
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Ance Sicilia: la burocrazia ha voltato le spalle alle imprese

L’Ance Sicilia chiede ai governi nazionale e 
regionale di intervenire con più rigide regole organizzative per 
ripristinare la piena funzionalità della pubblica amministrazione 
presente in Sicilia nel suo complesso, attraverso una distribuzione 
delle ferie che tenga conto dell’emergenza in corso e un controllo 
serrato della effettiva disponibilità e produttività dei funzionari in 
smart working, auspicando anche una pronta regolamentazione dello 
smart working e una “moral suasion” da parte dei sindacati nei 
confronti dei propri iscritti.
L’associazione regionale dei costruttori edili siciliani spiega che è 
“diventato impossibile avere rapporti con gli uffici pubblici delle 
amministrazioni statali e regionali, perché i funzionari o sono in 
ferie o sono in smart working e non rispondono ai cellulari d’ufficio, 
anche per diverse ore al giorno; mancano norme organizzative e orari 
di disponibilità certi. Migliaia di imprese che attendono gli aiuti 
promessi da Stato e Regione, o che devono presentare o integrare 
pratiche rimaste ferme durante il ‘lockdown’ o che hanno bisogno di 
sbloccare pagamenti attesi anche da anni, si imbattono in porte 
chiuse. I centralinisti, per assurdo, provano a mettersi a 
disposizione, avvisano il funzionario a casa di rispondere e 
comunicano all’impresa ‘ora lo può chiamare’. In caso contrario, 
invitano a prendere un appuntamento. Di fronte a ciò ci si indigna 
molto più che per i deputati che percepiscono il bonus autonomi”.
La burocrazia, dunque, secondo la denuncia dell’Ance Sicilia, volta le 
spalle alle imprese proprio nel momento cruciale in cui le attività 
restano aperte ad agosto sperando di recuperare almeno una parte del 
fatturato eroso dalla pandemia. Da un sondaggio rapido presso le 
strutture Ance emerge che in varie regioni, come Veneto, Lazio, 
Toscana ed Emilia-Romagna, la funzionalità degli uffici continua ad 
essere garantita, quindi non si capisce perché in Sicilia ciò non sia 
possibile.
L’Ance Sicilia chiede “un immediato recupero di etica, responsabilità 
e senso del dovere, anzitutto per il rispetto dovuto a quanti hanno 
lavorato e sofferto senza sosta durante la fase cruciale 
dell’emergenza in Italia, come, ad esempio, il personale sanitario 
tutto, ma soprattutto perché alla burocrazia è stato assegnato il 
compito di fare arrivare il più velocemente possibile alle imprese gli 
aiuti di cui hanno bisogno per la necessaria ripresa della nostra 
economia”.
Molti, sbagliando, ormai pensano solo a ferie e vacanze, la gente 
affolla spiagge e locali notturni come se tutto andasse bene e fosse 
tornata la normalità. “Ci chiediamo, invece – conclude Ance Sicilia – 
, se e quando potrà tornare la normalità per gli imprenditori che 
hanno chiuso o che, avendo riaperto in sicurezza sostenendo ingenti 
spese, presto saranno costretti al fallimento; quando potrà tornare la 
normalità anche per i lavoratori che non ricevono lo stipendio da 
marzo e per tutti i cittadini che vivono sotto la soglia di povertà e 
che sperano nei fondi europei in arrivo per incontrare un’offerta di 
lavoro, magari in un cantiere che si apre. Forse non potremo arrivare 
alla normalità, ma con l’aiuto della macchina amministrativa 
sicuramente potremmo ottenere i miglioramenti consentiti dalla 
difficile situazione. Ma se a gestire le risorse sarà ancora una volta 
questa parte della burocrazia apatica, ignava, insensibile e 
indisponente, quanti altri anni ci vorranno perché i soldi arrivino 
dove sono destinati?

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