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Agrigento: basta profitti e malaffare sull’Acqua Bene Comune

Lettera aperta ai Sindaci ed ai Consiglieri comunali della provincia di Agrigento, alle forze politiche, sindacali ed associative, a tutte le donne e gli uomini che vogliono dire basta profitti e malaffare sull’Acqua Bene Comune.

APPROVARE LO STATUTO DELL’AZIENDA SPECIALE CONSORTILE ED AVVIARE LA GESTIONE PUBBLICA E PARTECIPATIVA. ACQUA PUBBLICA QUI ED ORA!

In provincia di Agrigento non c’è forza politica che in questi anni non abbia fatto campagna elettorale mettendo il ritorno all’Acqua Pubblica tra i punti programmatici; nessuno oggi si schiererebbe apertamente col gestore più indagato d’Italia, né sosterrebbe legittimo continuare a fare profitto sul Bene Comune primario. I danni prodotti dalla privatizzazione del servizio idrico integrato sono ancora da quantificare in termini di disastro ambientale, sociale ed economico prodotto, di disagio che ancora subiscono i cittadini.

Il percorso verso la ripubblicizzazione dell’Acqua intrapreso dai Sindaci che compongono l’ATI, con la risoluzione del contratto di gestione prima ancora che intervenisse la magistratura ed il Prefetto con l’interdittiva antimafia e poi deliberando per la costituzione di una Azienda speciale Consortile quale futuro gestore del servizio idrico integrato, è stato un esempio positivo sotto i riflettori a livello nazionale e regionale, ma il rallentamento degli ultimi mesi è inquietante. Sono solo 20 su 35 i Comuni che hanno approvato lo Statuto dell’Azienda speciale consortile, da sempre indicata dal Forum come modello di gestione pubblica e partecipativa, e all’appello mancano la città capoluogo ed i centri più grandi. Le cronache di questi giorni raccontano di un’ATI e di Comuni che capitolano, abdicando al loro ruolo per consegnandosi al commissariamento della Regione. Ma dopo anni di malaffare e malagestione che hanno messo in ginocchio una provincia, nessun passo indietro o temporeggiamento da parte di nessun Consiglio Comunale o forza politica sarebbe a questo punto spiegabile e comprensibile per i cittadini.

Il pericolo di una nuova privatizzazione così facendo resta dietro l’angolo; ricordiamo che il 4 marzo scorso, a seguito di notizie di stampa che scrivevano di un possibile subentro di Siciliacque alla gestione commissariale prefettizia di Girgenti Acque, il Forum chiese alla Regione di smentire di lavorare a questa ipotesi, sottolineando che il credito di Siciliacque nei confronti di Girgenti Acque dovesse essere vantato nelle sedi deputate nei confronti di chi lo ha contratto e non gravare sul futuro gestore interamente pubblico deliberato dall’ATI. Nello stesso comunicato il Forum chiedeva ai Consigli Comunali di giungere rapidamente all’approvazione dello Statuto della Azienda speciale consortile, ed all’ATI di accelerare sull’aggiornamento del Piano d’Ambito, su cui grava un altro mistero; SOGESID, inizialmente impegnata dall’ATI per l’aggiornamento, pare non abbia più dato risposta, costringendo l’ATI a cercare una nuova soluzione. Non c’è più tempo, si riprenda da subito un percorso unitario verso la soluzione già condivisa.

Chiediamo a tutti i Consiglieri Comunali di Agrigento, Camastra, Comitini, Casteltermini, Favara, Lampedusa e Linosa, Monteallegro, Porto Empedocle, Sant’Angelo Muxaro, Santa Elisabetta, San Giovanni Gemini, San Biagio Platani, Ravanusa e Sciacca di approvare quanto prima lo statuto dell’Azienda speciale consortile ed a tutte le forze politiche, sindacali, associative ed alle cittadine e cittadini di vigilare e sollecitare i Consigli Comunali a non declinare una responsabilità che devono assumere trasversalmente, come trasversale è stata l’indicazione politica della maggioranza assoluta degli italiani.

L’Acqua non ha colore politico, non è una merce da vendere, comprare o barattare, non può essere ostaggio di ragionamenti opportunistici, di turni elettorali, di temporeggiamenti gattopardeschi che rischiano di lasciare spazio a nuove privatizzazioni. Il processo di LIBERAZIONE dal privato e dalla possibilità di continuare a fare profitto sul Bene Comune primario è soprattutto un processo di liberazione dal malaffare e di riscatto di un’intera comunità che si è battuta per anni per l’Acqua Pubblica.

Tutti sono chiamati in causa, ognuno assuma le responsabilità che gli competono, qui ed ora.

Si scrive Acqua, si legge Democrazia.

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