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Commemorazione vittime agguato mafioso casello autostradale di San Gregorio di Catania 2020

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende commemorare i carabinieri Giovanni Bellissima (24 anni), Salvatore Bologna, (41 anni) e Domenico Marra (50 anni) uccisi barbaramente il 10 novembre 1979 da malavitosi appartenenti alla Mafia presso il casello autostradale San Gregorio di Catania mentre erano di scorta al boss “Faccia d’angelo” che doveva essere trasferito al carcere di Bologna.

Oggi sono passati quarantuno anni da quel giorno in cui trovarono la morte dei fedeli servitori dello Stato che con molta dedizione e serietà stavano svolgendo un delicato e pericoloso servizio. A noi il compito di ricordarli affinché il loro esempio e sacrificio si mantenga vivo nelle giovani menti anche nelle nostre aule virtuali scolastiche.

Il 16 gennaio 2013 al vice brigadiere Giovanni Bellissima ed il 16 agosto dello stesso anno all’appuntato Salvatore Bologna verranno conferite le Medaglie d’oro al valor civile (alla memoria) con la seguente motivazione:

“Capo scorta di traduzione a pericoloso detenuto, in ambiente caratterizzato da massicci insediamenti di delinquenza organizzata, che aveva raggiunto una efferatezza mai espressa prima. Mentre svolgeva il proprio compito, consapevole del rischio, veniva fatto segno a proditoria azione di fuoco da parte di alcuni malviventi, rimanendo vittima innocente di una guerra di mafia e immolando la giovane esistenza nell’adempimento del dovere. 10 novembre 1979 – San Gregorio di Catania.”

“Componente della scorta di traduzione a pericoloso detenuto, in ambiente caratterizzato da massicci insediamenti di delinquenza organizzata, che aveva raggiunto una efferatezza mai espressa prima. Mentre svolgeva il proprio compito, consapevole del rischio, veniva fatto segno a proditoria azione di fuoco da parte di alcuni malviventi, rimanendo vittima innocente di una guerra di mafia e immolando la giovane esistenza nell’adempimento del dovere.”

Non solo i colpevoli dell’eccidio non furono mai individuati, ma anche le autorità dell’epoca, tranne il Presidente Sandro Pertini che in visita a Catania appena seppe dell’agguato si recò a rendere omaggio alle salme in ospedale, poco fecero per rendere tangibile la vicinanza dello Stato rispetto a chi, conscio dei rischi che corre, sacrifica tutto in nome della divisa che porta.

Oggi è fondamentale attraverso i giovani ricostruire un forte legame tra Paese legale e Paese reale stabilendo un vincolo duraturo tra sentimento civico e futuri cittadini per contenere la disaffezione politica e la corruzione morale.

Il CNDDU propone di dedicare laboratori scolastici o biblioteche ai coraggiosi carabinieri deceduti in servizio.

“È nella gioventù che sono riposte le nostre speranze, è nelle loro mani il futuro dell’Italia, non lo si dimentichi mai, perché’ dal modo come si preparano i giovani oggi, dalle qualità morali e di carattere che essi acquisiranno in questi anni di studio uscirà il destino del nostro paese. io non sono pessimista; è vero, attraversiamo una lunga e difficile crisi, tanti sono i problemi da affrontare e da risolvere, ma da ciò – ne sono certo – scaturirà una società che oggi appena intravediamo, più ricca di partecipazione, profondamente democratica, migliore dell’attuale. prepariamo quindi con forte impegno questo avvenire non lasciandoci scoraggiare dalle pressanti difficoltà ed operando in concordia di intenti a portare in avanti il processo di crescita della nostra comunità civile.” (Sandro Pertini, Messaggio per l’inizio dell’anno scolastico, 1980)

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