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Decreto Ristori: Polizia Penitenziaria la grande esclusa

Domenica 29 novembre 2020, in tarda serata, il Consiglio dei Ministri si è
riunito per adottare nuove misure urgenti connesse all’emergenza da Covid-19, approvando il cosiddetto Decreto Ristori “Quater”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 30-11-2020.
Anche questa volta, come era accaduto nel primo decreto (che aveva visti
stanziati ben 68 milioni di euro per remunerare indennità e lavoro straordinario connessi all’emergenza Coronavirus, alle Forze dell’Ordine – Polizia di Stato,
Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizie locali), gli appartenenti al Corpo di
Polizia penitenziaria sono stati tagliati fuori.
“Se inizialmente si era pensato ad una disattenzione, seppur grave, stavolta si ha la conferma che la Polizia penitenziaria sia la grande esclusa dall’Esecutivo e dai benefici di questo decreto” ha dichiarato il Segretario Generale del SiNAPPe, dott. Roberto SANTINI.
“Il lavoro svolto dai poliziotti penitenziari” ha continuato SANTINI “ha
permesso di mantenere un’adeguata sicurezza negli istituti di pena durante tutta l’emergenza epidemiologica. Nonostante infatti le rivolte, i massacranti turni di lavoro, i numerosi casi di positività riscontrati ed in alcuni casi anche le vite perse, questi uomini e queste donne non sono mai venuti meno al proprio compito, sacrificando spesso anche gli interessi personali”.
Ebbene, dopo tanta dedizione, assistere all’azione di un Governo che stanzia fondi per il pagamento del lavoro straordinario delle Forze di Polizia,
escludendone ripetutamente una e ponendoci un gradino al di sotto degli altri,
è assolutamente demotivante e desolante.
“L’appello quindi rivolto al Governo” ha concluso il leader del SiNAPPe “è
quello di rettificare, in fase di conversione in legge dei vari decreti ristori, il grave
ammanco perpetrato, nel rispetto di tutti i lavoratori in divisa, senza distinzione
di colore”.

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