Abbiamo davanti a noi un’Italia da ricostruire. Draghi farà le scelte necessarie e darà il senso di direzione, ma il resto dovrà farlo una politica rinnovata. Per fare questa rivoluzione che si muove su uno schema temporale di 10/20 anni serve oggi il governo Draghi e serve che faccia tre cose: 1) Un progetto di Recovery Plan fatto con l’Europa, scandito da riforme come pubblica amministrazione e giustizia civile e da un cronoprogramma di ferro per ogni singolo progetto. 2) Un piano di vaccinazioni che funzioni. 3) Ridare vigore al multilateralismo e allo sforzo ambientale grazie alla presidenza del G20 e alla copresidenza del Coop 26. Ciò che serve all’Italia che vive esclusivamente se viene riconosciuta dagli altri
Mario Draghi compra immagine per l’Italia. Compra tempo. Compra competenza. Compra la capacità di trovare competenza. Rappresenta una carta straordinaria a livello internazionale perché Draghi ha la fiducia dei mercati e è ritenuto nel mondo un politico, anzi l’unico politico, capace di disincagliare oggi il Titanic Italia dallo scoglio dove lo hanno portato a sbattere venti anni di crescita zero e la stagione dell’irrealtà del doppio populismo. Non è definitivo, insomma, ma transitorio il governo Draghi. In questa transizione, però, ci sono l’immediato riprezzamento del rischio Italia (Btp decennale allo 0,50 dallo 0,71) e il suo rafforzamento strategico di lungo termine (rimettere alle spalle Spagna, Portogallo, Grecia) perché anche la Lega di Salvini dopo i Cinque stelle di Grillo rientrano nell’alveo dell’europeismo e liberano il Paese dal cappio al collo dei no-euro e di un sovranismo senza sovranità.