venerdì, Aprile 19, 2024
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Placido Rizzotto: domani il 73° anniversario dall’uccisione

Il segretario Mario Ridulfo: “Nel nome di Rizzotto ci battiamo per le infrastrutture e lo sviluppo economico”.

Il regista Pasquale Scimeca: “Oggi bisogna trovare la forza e il coraggio di Placido per combattere l’intreccio tra mafia e potere”.

Guardare agli esempi forti del passato per costruire un futuro di legalità. La Cgil Palermo domani ricorda il 73° anniversario della morte di Placido Rizzotto (10 marzo 1948) con un dibattito via streaming sulla figura del sindacalista di Corleone e riproponendo la visione del film “Placido Rizzotto” di Pasquale Scimeca
   Alle 10 deposizione di una corona di fiori al cimitero di Corleone. Alle 17.30, sui canali di Collettiva.it e sulla pagina facebook Cgil Palermo, si terrà la web meeting coordinata dal giornalista Rai Romolo Sticchi alla quale partecipano: Nando Dalla Chiesa, Franco La Torre, Pasquale Scimeca, Vito Lo Monaco, Giuseppe Massafra, Mario Ridulfo, Dino Paternostro, Cosimo Lo Sciuto,  Tonino Russo, Anna Bucca, Francesca Massimino, Ottavio Terranova, Placido Rizzotto (nipote del sindacalista).
   Il dibattito sarà aperto dalla lettura di alcuni passi del film letti dall’attrice Elena Pistillo.  Alle 19,30 seguirà la proiezione del film Placido Rizzotto. La pellicola fu presentata in anteprima al festival del cinema di Venezia nel 2000, in contemporanea con  I Cento Passi.   
    “Vogliamo tenere insieme la responsabilità di questa memoria, riproponendo la rilettura della storia di uno dei più coraggiosi sindacalisti siciliani, e legarla al bisogno di legalità e di sviluppo che esprime il territorio di Corleone- dichiara il segretario generale della Cgil Palermo Mario Ridulfo –  Anche rispetto agli ultimi avvenimenti, come il portone incendiato della chiesa di Sant’Agostino,  dalla società democratica di Corleone è emerso forte un bisogno  di affrancarsi per sempre da un passato che fino a qualche anno era legato ai nomi di Liggio, Riina, Provenzano,  Bagarella”.  “Il film di Scimeca – prosegue Ridulfo – rilancia l’attenzione sulla figura di Rizzotto, sulle lotte contadine e sull’impegno civile e riaccende il desiderio di futuro. La Camera del Lavoro di Palermo quest’anno compie quest’anno 120 anni. Partire da questa lunga storia è importante per riportare l’accento sulle battaglie per il progresso dei nostri territori e sulle iniziative da intraprendere per il rilancio delle  infrastrutture, delle strade,  dell’economia del corleonese. Tanto più oggi che siamo impegnati a non perdere la scommessa del Recovery Plan e che la Sicilia chiede sviluppo, diritti, legalità per mettere fine all’arretratezza”.   
     “Il film su Rizzotto è stato la svolta per il recupero della memoria dei nostri dirigenti sindacali uccisi dalla mafia, che abbiamo contribuito in questi anni a ricordare dando dignità e memoria a tutti – afferma Dino Paternostro, responsabile Legalità Cgil Palermo – La Cgil ogni 30 aprile ha deciso di ricordarli insieme istituendo la giornata della memoria. E a tutti abbiamo dedicato il libro La strage più lunga,  che sarà presentato il 30 aprile. Oggi lo studio del personaggio Rizzotto e del contesto storico è entrato a far parte del piano dell’offerta formativa  delle scuole dell’obbligo di Corleone”.       
     Il film di Pasquale Scimeca consentì agli italiani di scoprire la storia di Rizzotto, eroe del movimento contadino fino a quel momento semisconosciuto. “Una stagione che vide il movimento contadino  combattere in prima linea contro la mafia e per l’occupazione delle terre – dice il regista – Non era una lotta eversiva: volevano che si applicasse la legge dello Stato, i decreti Gullo. L’omicidio di Rizzotto e di tantissimi altri sindacalisti  è legato alla strage di Portella della Ginestra, momento piu alto di questa strategia della tensione, quando  nasce l’alleanza tra potere politico, istituzioni, tra cui la magistratura e le forze dell’ordine, la mafia e i grandi proprietari terrieri.  Questa alleanza,  il peccato originale della Repubblica italiana,  non si è mai sciolta. La troviamo negli anni 60, nelle stragi di mafia degli anni Ottanta e in quelle di Falcone e Borsellino. Ecco perché il film è di grande attualità:  ricordando Placido, ricordiamo tutti questi avvenimenti”. 
    “Il movimento contadino in Sicilia era fortissimo. E voleva uscire da una condizione medioevale per porsi davanti alla modernità – aggiunge Scimeca – Significava superare la questione meridionale e l’arretramento,  tema alla base della nascita dello Stato italiano, rimasto tale oggi.  La differenza tra Nord e Sud  non si è mai colmata per colpa di questo  patto scellerato. La mafia era la  punta di diamante, commetteva gli omicidi. Per l’omicidio Rizzotto, il mandante,  Michele Navarra, era medico, capomafia di Corleone ma anche rappresentante della Democrazia cristiana  e del consorzio agrario. Rappresentava in pieno il potere di allora”. 
   “Una malattia la puoi curare con la medicina ma se non ne estirpi l’origine, il male oscuro dell’alleanza tra classe dirigente-istituzioni-malaffare, continueremo per sempre a vivere nella condizione sociale politica in cui ci troviamo – prosegue Scimeca – Placido era un giovane contadino, era stato partigiano, si era emancipato dalla condizione di miseria, era diventato segretario della Camera del Lavoro. Era  un sindacalista che si poneva il compito di migliorare le condizioni di vita dei contadini,  che allora erano la maggioranza della popolazione di  Corleone.  L’unica indagine fatta all’epoca fu quella di Dalla Chiesa, che individuò i responsabili della sua scomparsa e fu trasferito. In quegli anni gli omicidi dei sindacalisti rimasero tutti senza colpevoli. Nel film racconto chi era Rizzotto, mostro la sua forza, il suo coraggio nella lotta contro la mafia, la sua energia a non piegarsi di fronte alle violenze, ai ricatti e alle intimidazioni.  Oggi bisogna trovare questo coraggio per combattere una mafia che non è solo criminalità ma è insita nel potere, perché ha fatto un accordo atavico col potere, che è continuato e purtroppo continua”.

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