venerdì, Aprile 19, 2024
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Screening neonatale,M5S: “necessario realizzare un progetto uniforme a livello nazionale”

Cannistrà (M5S): Necessario realizzare un progetto uniforme a livello nazionale.

Sen. D’Angelo (M5S): Presentata interrogazione per includere l’atrofia muscolare (SMA) nella lista delle malattie da poter ricercare. 

“Il tema dello screening neonatale, a seguito della vicenda del piccolo Luca affetto da atrofia muscolare (SMA), è stato approfondito durante una seduta della Commissione congiunta Sanità e Politiche Sociale del Comune di Messina, con la partecipazione del Garante dell’Infanzia e dell’adolescenza Angelo Costantino, l’Associazione Donare è vita di Gaetano Alessandro e il prof. Giuseppe Vita, neurologo del Policlinico di Messina. 

Durante questa commissione è emerso che alcune regioni stanno attuando un progetto pilota che riguarda lo screening neonatale ed è necessario attivare in modo uniforme su tutto il territorio nazionale questa tipologia di esami, perché la diagnosi precoce è fondamentale.

La sen. Grazia D’Angelo ha raccolto il nostro appello e ha presentato una interrogazione al Ministro della Salute, proprio su questa importante tematica”, dichiara la consigliera comunale Cristina Cannistrà (M5S)

Aggiunge la sen. Grazia D’Angelo (M5S): “Lo screening neonatale rappresenta una delle più importanti misure di prevenzione secondaria ed è, quindi, uno strumento decisivo per diagnosticare problematiche di salute del bambino sin dai suoi primi giorni di vita, offrendo la possibilità di ricevere trattamenti o interventi precoci.

Nell’interrogazione che ho presentato, ho chiesto al Ministro Speranza la possibilità di aggiornare la lista delle malattie da poter ricercare, includendo anche patologie e malattie rare non contemplate nel decreto ministeriale attualmente vigente e che risale al 2016. Un esempio di malattia non ancora prevista è, appunto, l’atrofia muscolare (SMA).

Giocare d’anticipo può fare davvero la differenza: il test eseguito su una goccia di sangue tra le 48 e le 72 ore di vita permette di diagnosticare alcune patologie rare potenzialmente invalidanti o mortali prima che provochino danni irreversibili”.

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